Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il senso dello Stato.

18 Maggio 2019
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Gen. B. (ris.) Raffaele SUFFOLETTA

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte intervenendo nell’ambito di una manifestazione promossa da un’associazione di “Rondine Cittadella della Pace” in Arezzo con un sorriso ironico di grande soddisfazione ha dichiarato di aver accolto la proposta avanzata dal presidente dell’associazione, Franco Vaccari, con le seguenti parole:

Rinunciamo all’acquisto di 5 fucili per sostenere le vostre iniziative. Pensate che sia stata una cosa facile? Non è stata una cosa facile. Lo abbiamo fatto a bilanci già approvati, a programmazione già avanzata. L’obiezione della Difesa è stata: ‘ Eh, ma ci saranno 5 dei nostri senza fucili’. E io ho risposto: va bene, vorrà dire che andranno nelle retrovie a parlare di pace. Ringrazio il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, perché ha compreso subito l’importanza dell’iniziativa.

Noi riteniamo che il Presidente del Consiglio non possa fare una simile dichiarazione, ne può distrarre risorse del Ministero della Difesa stanziate con la legge di Bilancio dello Stato per destinarle ad altri scopi, potrà al massimo approvare le iniziative dell’Associazione, e se vuole anche stanziare fondi per promuovere iniziative culturali, ma la Difesa della Patria, Sacro Dovere di ogni cittadino, è tutt’altra cosa e la Pace non si garantisce disarmando le Forze Armate. Per un uomo di Stato il Sacro Dovere è duplice.

Il Generale di Corpo d’Armata Giorgio Cornacchione, in pensione, comandante del contingente dell’operazione Antica Babilonia in Iraq, poi alla testa del Comando Operativo di vertice Interforze e Consigliere Militare del Presidente del Consiglio (2012-2014) ha ritenuto opportuno scrivere una lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di seguito riportata:

Presidente,

ho appena visto, sul sito della Presidenza, il video del suo intervento a Rondine Cittadella della Pace (Arezzo) e Le esprimo tutto il mio disappunto. Mai avrei pensato di giungere a questo e di sentire il bisogno forte di manifestarlo pubblicamente, non fa parte della cultura di chi ha prestato -come me- giuramento alla Repubblica!

Ho servito in uniforme il mio Paese per quasi 44 anni. Avendo iniziato la professione militare negli anni ‘70, sono abituato da sempre a registrare le critiche e le avversioni da ogni parte politica alla mia scelta di servire in uniforme; me ne sono sempre fatto una ragione in quanto, come recita un nostro motto, “uso a obbedir tacendo”. Ma oggi no. Dopo aver visto il Suo sorriso e sentito le espressioni ironiche da Lei pronunciate, sto tradendo per la prima volta quel motto.

Io ho avuto l’onore, e il profondo dolore, di accompagnare in Italia dall’Iraq e dall’Afghanistan le bare di molti nostri caduti in quelle terre. Ho visitato e incontrato in ospedale e fuori tanti nostri feriti e mutilati in maniera grave e permanente, inchinandomi sempre davanti al loro senso del dovere, all’accettazione serena di ogni menomazione convinti e orgogliosi di averlo fatto per l’Italia. Non parlavano di guerra, non si esaltavano al ricordo degli scontri a fuoco, erano convinti -come me, loro Comandante- di aver fatto quello che il Paese voleva da loro, con paura certo, ma con grande coraggio!

Io penso che oggi Lei li abbia profondamente offesi, la sua frase detta sorridendo e sollevando le risate della platea “andranno nelle retrovie a parlare di pace” non può essere accettata, nemmeno in campagna elettorale.

Voglio chiudere con un riferimento personale. Nelle settimane scorse ero negli USA e mi è capitato più volte di qualificarmi come “veteran” ma italiano, senza grado o altre qualifiche, ogni volta venivo immancabilmente ringraziato -con mio grande imbarazzo- con la mano sul cuore per il servizio reso al mio Paese. Altra cultura, altro senso dello Stato espressi dai semplici cittadini che mi trovavo di fronte.

Generale di Corpo d’Armata (riserva) Giorgio Cornacchione, 152° Corso dell’Accademia Militare di Modena, già Consigliere Militare del Presidente del Consiglio (2012-2014).

CONCORDIAMO PIENAMENTE CON IL GENERALE CORNACCHIONE.

OGNI ULTERIORE COMMENTO ALLE DICHIARAZIONI DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO É SUPERFLUO.

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