Storie di Emigranti: Corrado Iovenitti ritorna a Paganica da New York per l’ultimo saluto.

22 Giugno 2016
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Goffredo Palmerini 

1L’AQUILA – La comunità di Paganica (L’Aquila) si prepara ad accogliere il rientro dagli Stati Uniti delle ceneri di Corrado Iovenitti, deceduto a New York il 28 dicembre 2014 all’età di 81 anni. Una Messa in suffragio e in ricordo sarà celebrata sabato 25 giugno, alle ore 11, nella Chiesa degli Angeli Custodi del popoloso centro aquilano, presenti la moglie Diana, i figli Justin e Lisa, i numerosi congiunti e amici, l’intera comunità di Paganica. La funzione religiosa sarà officiata da don Federico Palmerini. Si compie così il desiderio di Corrado, la cui più grande gioia era quella di tornare nella sua Paganica, ogni anno, per un periodo di vacanza. E ora per sempre. Nell’ultimo ritorno. Pochi amano il paese natale come lui l’ha amato! E poi L’Aquila, l’Abruzzo e l’Italia!

Corrado Iovenitti era infatti nato a Paganica il 23 maggio 1936 in una bella famiglia, laboriosa e numerosa, che molto ha dato all’emigrazione. I genitori, Luigi e Augusta, gestivano a Paganica un negozietto di proprietà, vini e tabacchi, nel rione Sant’Antonio. Ma erano tempi difficili, nel secondo dopoguerra, e molti figli di quella famiglia – come pure di tante altre – dovettero partire per l’estero: Giustino, Dante, Orlando e Corrado per il Venezuela, Padre Leonardo (Gustavo), frate francescano, fu missionario in Centro America. Negli anni successivi emigrarono Elio (nel 1965 a New Orleans, Usa) e Gioconda (nel 1971 ad Hamilton, Canada), entrambi dopo il matrimonio. Restarono a Paganica solo Mario e Francesco. 6

In Venezuela, con il fratello Giustino, Corrado gestiva una “movimentata” attività di distribuzione di pellicole cinematografiche, che lo portava a lunghi spostamenti in macchina per consegnare o ritirare le bobine dei film alle sale di proiezione. Un’attività che gli consentì di girare, e conoscere, in lungo e in largo quel meraviglioso paese sudamericano, in quegli anni in forte sviluppo, oggi purtroppo prostrato da una terribile crisi economica e sociale. Alla fine degli anni Cinquanta, dopo la morte di Giustino (1959), rientrarono in Italia Dante, Orlando e Corrado. Anche Padre Leonardo dal Panama tornò in Abruzzo. Dopo qualche anno, lasciato il convento per il clero secolare, don Gustavo fu parroco in alcuni centri della diocesi aquilana, riprendendo il suo nome anagrafico.

 Corrado, tornato in Abruzzo, per diversi anni fu un affermato rappresentante di commercio: spigliato, elegante e un po’ dongiovanni. Ma a metà degli anni Settanta, quarantenne, ripartì per l’estero, questa volta per gli Stati Uniti, dove andò a sposare Diana Cocciolone, anche lei d’origine paganichese, che era impiegata a New York in un colosso multinazionale della pubblicità, la McCann Erickson, dove ha lavorato per 38 anni presso la sede centrale della società, sulla Terza Avenue a Manhattan. Corrado, invece, avviò nella Grande Mela un qualificato laboratorio di sartoria e negozio per abiti di lusso e cerimonia, che ha condotto per quasi vent’anni, fino al 2002, allorquando scelse di lavorare per la Brooks Brothers, etichetta famosa nel mondo nel settore dell’abbigliamento di qualità. Lui stimatissimo, manco a dirlo, dall’esigente clientela del prestigioso marchio, in ragione della sua professionalità e per le spiccate doti umane che lo rendevano unico, in simpatia e raffinatezza del tratto. Andato in pensione, viveva nella bella casa di proprietà a Larchmont, tranquilla zona residenziale immersa nel verde della magnifica contea del Westchester, a mezz’ora da Manhattan.

7Corrado aveva l’abitudine di telefonare a tutti i suoi amici in Italia, con assiduità, fin quando la malattia non glielo ha più consentito con regolarità. Dagli amici del paese natale voleva avere notizie fresche d’ogni fatto ed evento importante per la comunità paganichese. Anche se poi le assumeva direttamente, ogni anno, quando faceva il suo mese di vacanza a Paganica, dove aveva restaurato come una bomboniera una casetta nel centro storico del paese. Dopo il terremoto del 2009, la casa danneggiata, aveva purtroppo dovuto forzatamente ridurre i ritorni. Ma quella era la sua vera gioia, tornare nel luogo natio, nella sua Paganica: era soggetto ed oggetto costante dei suoi pensieri, dei suoi affetti, del suo buonumore. Erano le sue radici. Rammento con piacere i simpatici ed esilaranti suoi contributi in dialetto per la rubrica “Ricordi di un concittadino all’estero” che egli scriveva da New York per il periodico L’Arcobaleno, pubblicato a Paganica dal 1988 al 1992 e diretto dal suo amico on. Alvaro Jovannitti.

Generoso e premuroso verso tutti, Corrado Iovenitti ha avuto per inconfondibile cifra la signorilità, la spontaneità, una sensibilità straordinaria e un forte senso dell’amicizia e delle proprie radici. A questi significativi tratti del carattere associava una forte capacità comunicativa, insieme ad una spiccata curiosità culturale, che gli hanno permesso d’intessere una vasta rete di relazioni personali, in Italia e sopra tutto negli Stati Uniti. Egli le coltivava con dedizione attenta ad ogni dettaglio, con il garbo e la cura di chi tiene davvero ai valori dell’amicizia autentica. Anche nel parossismo d’una metropoli come New York ha saputo affermare la sua personalità, per la quale la qualità delle relazioni umane e l’amicizia vera sono il dato essenziale della vita. E’ stato amato e stimato da tutti coloro che l’hanno conosciuto. A tutti, poi, parlava del suo paese natale, Paganica, dove gran parte della sua anima era rimasta e dove tornava d’estate a rivivere in semplicità ed armonia la sua vacanza preferita, avendo attenzione per tutti i suoi concittadini, mentre d’inverno andava a soggiornare nell’altra sua casa in Florida.

Ma altrettanto, anzi ancor di più, faceva a New York, quando accoglieva con ogni premura persone del suo paese natale, dell’Aquila o d’ogni altro centro dell’Abruzzo che per qualunque motivo si fossero recati nella Grande Mela. Lo hanno potuto sperimentare – riguardo alla sua calorosa accoglienza – due delegazioni ufficiali della città capoluogo d’Abruzzo che si sono recate a New York nel 2004 e 2005. Nel maggio 2004 si trattava d’una delegazione dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila, guidata dal direttore generale Gabriele Lucci, che era a New York per impegni istituzionali e per progettare la presentazione al Guggenheim Museum del prezioso volume che l’Accademia stava realizzando con Electa Mondadori sullo scenografo Dante Ferretti. Anche il sindaco dell’Aquila, Biagio Tempesta, accompagnava la delegazione aquilana in quell’importante missione, alla quale prese parte anche chi scrive. Nella primavera dell’anno successivo si svolse l’altra missione dell’Accademia dell’Immagine, guidata dal suo presidente on. Massimo Cialente. In questa seconda occasione, in un memorabile evento presso il Guggenheim con grandi maestri del cinema e dell’arte, fu presentata l’opera “Ferretti – L’arte della Scenografia”, edita da Electa e Accademia dell’Immagine, presenti lo scenografo Dante Ferretti e sua moglie Francesca Lo Schiavo, entrambi da poco insigniti dell’Oscar per il film The Aviator di Martin Scorzese.

In tutte e due le occasioni Corrado Iovenitti palesò il suo straordinario senso dell’accoglienza verso coloro che dall’Aquila erano giunti nella metropoli americana, e con lui l’aquilano più famoso al mondo – e suo grande amico – il drammaturgo Mario Fratti che dal 1963 vive a New York. Anche verso chi scrive Corrado ha sempre riservato attenzione, partecipando agli eventi che mi hanno visto impegnato nel 2010 presso la New York University (Casa Italiana Zerilli Marimò) e il Westchester Community College, inseriti nel programma del Mese della Cultura italiana. Poi s’aggiungeva la festosa regolarità dei nostri incontri, durante le annuali mie missioni a New York, in ottobre, per vari impegni culturali e per il Columbus Day, in rappresentanza dell’Anfe.

Paganica- chiesa S.Maria AssuntaNegli States Corrado Iovenitti ha saputo farsi apprezzare. Nel suo lavoro e in società. Ha reso onore alla terra natale con una vita esemplare, con un impegno generoso in seno alla comunità italiana dell’area di New York e nell’Italian American Civic Association di Vero Beach, in Florida. Ha rappresentato l’italianità al meglio delle sue possibilità. Paganica, L’Aquila e l’Abruzzo possono essere davvero orgogliosi della sua testimonianza di vita. E grati. Come possono esserne fieri sua moglie Diana e i figli Justin e Lisa, con le loro famiglie: Justin, stimato architetto a Baltimora, e Lisa, impegnata in un’organizzazione no profit a San Francisco. Fieri di lui sono la nuora Susan e il genero Jesse e lo saranno anche i suoi nipotini Olivia, Julien e Owen, che tanto amava. Orgogliosa è infine la comunità di Paganica. Ora Corrado torna nella sua terra, per riposare insieme ai genitori e agli amati suoi fratelli Giustino, Dante, don Gustavo, Francesco, Orlando e Mario che l’hanno preceduto nell’eternità.

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