I DUE MARO’. Lettera aperta ai presidenti dell’A.N.M.I. (Ammiraglio Pagnottella) e di ASSOARMA (Gen. Buscemi).

29 Luglio 2014
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Dopo il pesante anatema del Presidente dell’A.N.M.I., Amm. Pagnottella,  nei confronti del Gen. Mauro RIVA e dell’Associazione da quest’ultimo presieduta, l’ A.N.U.P.S.A. (Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo),   il Gen. Vincenzo RUGGIERI, presidente del Gruppo  A.N.U.P.S..A. di Torino, scrive all’ Amm. Pagnottella e al Gen. Buscemi, presidente di ASSOARMA Nazionale che si era dissociato dalle dichiarazioni senza aver preventivamente verificato la veridicità delle stesse.

Dalla lettera del Gen. Ruggieri si evince che il Gen. Riva, persona moderata ed attenta, non ha rilasciato alcuna dichiarazione al giornale “Libero” e le affermazioni riportate dal  giornale sarebbero state  estrapolate da una conversazione privata dai contenuti più ampi, ma non si capisce come siano finite al giornale.

Il Gen. Ruggieri, richiamando l’intera vicenda, ricorda le responsabilità, gravi, dei vertici Istituzionali italiani nella gestione della delicata questione e contesta pesantemente  all’Ammiraglio Pagnottella “il volgare disprezzo e le espressioni diffamatorie usate”, “anatema”, peraltro, lanciato nei confronti di un’intera Associazione  che dalla discussione doveva, comunque, rimanere estranea perché le affermazioni (se vere) erano a titolo personale.

Noi stessi ci eravamo schierati contro il Gen. Riva e di questo ne facciamo  ammenda. Esprimiamo profonda avversione all’anatema dell’Amm. Pagnottella.

Invitiamo il Gen. Riva a rilasciare un comunicato per chiarire definitivamente l’increscioso malinteso.

LETTERA APERTA AI PRESIDENTI DELL’A.N.M.I.  E  DI   ASSOARMA

Ammiraglio   Pagnottella,   Generale Buscemi,

anche io sto dalla parte dei Marò. Solo perché siano giudicati in Italia in quanto in India vige la pena di morte. E non per un senso di ipocrisia populistica.

Nella certezza che il Generale Riva non abbia rilasciato interviste, desidero precisare quanto segue.

Ho letto, non senza provare un certo disappunto, vorrei dire disgusto, tutto il volgare disprezzo e le espressioni diffamatorie che l’Ammiraglio Pagnottella, Presidente dell’ A.N.M.I.,  ha eviscerato contro il Generale Mauro Riva,  Presidente Nazionale dell’A.N.U.P.S.A.

Ammiraglio, prima di diffamare e di pronunciare anatemi, occorre effettuare i dovuti riscontri.

Premetto che l’ipocrisia fa parte di una cultura che non mi appartiene. E’ proprietà riservata dei politici e, nel caso specifico, del Ministro della Difesa dell’epoca, Ammiraglio Giampaolo Di Paola (già Capo di Stato Maggiore della Difesa) e del  Ministro degli Esteri, al secolo, Giulio Terzi di S’Agata.

Il caso dei due marò italiani, accusati di aver ucciso due pescatori indiani, fatti rientrare in Italia e poi rispediti in India, si è trasformato nella peggiore debacle della diplomazia italiana. Le responsabilità politiche ricadono sulle spalle del  titolare della politica estera dell’epoca, il citato Giulio Terzi di Sant’Agata e del Ministro della Difesa che, guarda caso, lo ricordo, era un Ammiraglio.

La vicenda, iniziata il 15 febbraio del 2012, si è rilevata subito torbida. Dalla nave Enrica Lexie, petroliera privata protetta  dalla Marina Militare Italiana partono i colpi che uccideranno Ajesh  Binki di 25 anni  e Valentine  Jelastine (anni 45), che sono le vere vittime di questo pasticciato “affair” .

Una vicenda che mette in mostra una Italia debole inetta dal punto di vista della politica internazionale ed il Ministro della Difesa  si dimostra incapace. Inetto. Inutile. E’ a lui che andrebbero girate le indegne improperie  o insulti che dir si voglia, rivolti dall’Ammiraglio Pagnottella al Gen. Riva. E, prima di farlo, sarebbe stato opportuno interpellarlo. Sia da parte Sua che da parte del Gen. Buscemi, che per il diffuso populismo, si dissocia. Vi siete mai domandati se in India si siano svolte manifestazioni con  migliaia di partecipanti con candele accese per chiedere giustizia per i pescatori uccisi, oppure gli indiani non hanno il diritto o la libertà di manifestare? Avete mai pensato di manifestare per esprimere religiosa solidarietà ai congiunti delle vittime indiane?

I  morti ci sono. Il reato di omicidio colposo o preterintenzionale o involontario, pure. L’Italia riconoscendo una certa responsabilità, (va detto forte e chiaro) ha risarcito, si fa per dire, (a spese di noi incolpevoli contribuenti) le famiglie dei pescatori  che erano su una barca/peschereccio. E non su un galeone terrore dei sette mari.

Fortunatamente I due marò non sono nelle galere indiane, ma presso l’ambasciata  italiana.

Credete proprio che sia possibile sostenere tesi  innocentistiche?  Magari!!  Sarei felice.

Non sono né mi sento un giudice monocratico. L’ipotesi  di reato? : “omicidio involontario”.

Mettetevi nei panni delle mogli e dei figli dei pescatori defunti. Vittime innocenti.

Non sono un difensore d’ufficio, né il Generale Riva  ha bisogno di difensori . Mi attengo ai fatti.

Il caso mi addolora per le quattro famiglie. Dei defunti e dei Marò.

I nostri Marò non vanno “giustiziati” ma giudicati. Ma non possiamo erigerli ad eroi o a vittime.

Infine, ma non per ultimo, informatevi da fonti certe, di come la pensino i vertici istituzionali della Repubblica Italiana.

Sarei immensamente felice se i nostri Marò rientrassero in Italia e giudicati non colpevoli perché il fatto non sussiste. Si tratta di vedere dove mettere i corpi di reato (i defunti pescatori).

Il rientro in Italia certamente sarà motivo di gioia ed a riceverli all’aeroporto di Ciampino, giunti con un volo di Stato, ci sarà il Ministro degli Esteri, quello della Difesa e tutto l’Ammiragliato. Ma non ci dimentichiamo che anche i pescatori uccisi meritano rispetto.

Torino, 27 luglio 2014

      Magg. Gen. (c.a.) Vincenzo Ruggie

X corso Accademia Militare di Modena

Presidente ANUPSA Gruppo di Torino

 

 

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