4 NOVEMBRE 1966 – ALLUVIONE DI FIRENZE

3 Novembre 2011
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4 NOVEMBRE 1966 TORINO CASERMA “CAVOUR”  
22° REGGIMENTO FANTERIA “CREMONA”
ALL’OMBRA DELLA BANDIERA IL NOSTRO DESTINO” 

Ore 20,30 circa. Chi scrive, allora Capitano, con il Comandante di Reggimento Colonnello t.SG Vittorio Emanuele RASTELLI ed altri ufficiali, attendiamo davanti alla Caserma “Cavour” in Torino C.so Brunelleschi, gli ospiti invitati alla festa delle FF.AA. ed a quella di S.  Martino, Patrono della Fanteria. Ci viene incontro l’Ufficiale di Picchetto con un messaggio: Sig. Colonnello è giunto dal Comando Divisione questo messaggio classificato “lampo”. Ci informa che la città di Firenze è alluvionata ed ordina al Reggimento di organizzare i soccorsi.
Dopo alcune telefonate al Comando Divisione “Cremona” il Comandante ordina al trombettiere di suonare l’allarme. Giunge il Capitano d’Ispezione. Non c’è tempo da perdere: il 1° , il 2° Battaglione e la Compagnia Meccanizzata devono partire per Firenze dove dovrà essere costituito il “Distaccamento Divisione Cremona”. Il Comando sarà assunto dal Ten. Col. Moiso. Cucine rotabili e viveri a seguito. L’Ufficiale di Picchetto informi gli ospiti in arrivo che la festa è sospesa per il tragico evento.
Alle ore tre circa, l’autocolonna parte alla volta di Firenze. Giunti in zona i reparti vengono sistemati a Sesto Fiorentino e Scandicci. Con alcune campagnole e mezzi anfibi del Genio raggiungiamo la zona alluvionata. L’Arno ha rotto gli argini in città, l’acqua ha inondato le strade ed ha raggiunto i primi piani delle case. Musei, chiese, luoghi d’arte sono allagati: l’acqua è entrata anche nel Palazzo Vecchio, nel Duomo, nel Battistero, ha sventrato le botteghe degli orafi sul Ponte Vecchio, procurando gravi danni anche al soprastante Corridoio Vasariano.
Il Crocifisso di Cimabue della Basilica di Santa Croce, gravemente danneggiato dall’acqua e dal fango, diventa simbolo della tragedia che colpisce non solo la popolazione, ma anche l’arte e la storia di Firenze. Il Generale Viligiardi,  Comandante operativo (ora deceduto), fa sistemare sul Piazzale Michelangelo le cellule  fotoelettriche del Genio  per consentire il lavoro anche nelle ore notturne. Ai Reparti della “Cremona” vengono assegnate alcune zone tra le quali Santa Croce. Il lavoro si fa duro. La popolazione è stordita. Spaventata. Sono scoppiate le condotte dell’acqua ed i serbatoi del combustibile per il riscaldamento. Sono saltate anche le cisterne dei distributori di benzina. Le cantine sono piene di fango.  I soccorsi giungono da tutto il mondo. Il Generale Viligiardi ordina di vettovagliare tutte le forze lavoro. Vengono distribuiti pasti caldi, viveri, comprese le razioni da combattimento. Il Capitano Bartolucci ha il compito di distribuire l’acqua potabile con autobotti. Dalla Germania giunge un moderno potabilizzatore. Non mancano gli stupidi sabotatori che con un attentato dinamitardo lo rendono presto inefficiente.  Il Capitano Ieva, sempre impeccabile, assicura il rifornimenti di viveri e materiali. Il Distaccamento della Divisione “Cremona” (UN NOME NELLA STORIA) resterà in zona oltre l’Epifania. Ancora una volta i Reparti della Divisione “Cremona” si distinsero nelle difficili operazioni di soccorso.
A noi “Cremonini” restano il ricordo ed il vanto di poter dire: c’ero anch’io e la medaglia commemorativa concessa dal Ministero della Difesa per le meritorie operazioni di soccorso alle popolazioni alluvionate della Città di Firenze.

Vincenzo Ruggieri

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