La forza delle donne: scatti di sofferenza e di denuncia, per amore di Madre Terra, inquinata e depredata dall’egoismo umano

12 Ottobre 2020
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di Domenico Logozzo *

Miriam Violi e Sara Leonardi

Miriam Violi e Sara Leonardi

Madre Terra sempre meno rispettata. E le conseguenze sono evidenti. C’è tanto egoismo umano, come ha evidenziato lo stesso Papa Francesco, sostenendo che “a causa dell’egoismo, siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra: abbiamo inquinato la nostra casa comune, l’abbiamo depredata mettendo in pericolo la nostra stessa vita”. E rivolgendosi in particolare ai giovani: “Sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”. E proprio due giovani amiche calabresi sono state protagoniste di una intelligente e originale iniziativa per risvegliare le coscienze, preoccupate per il futuro dell’umanità. Agiscono con una forte voglia di cambiamento, mettendo in campo tutte le loro migliori energie: intelligenza, cultura, creatività, coraggio, umanità, sensibilità. “La sofferenza del nostro pianeta è diventata la mia sofferenza”, ci dice Miriam Violi, 25 anni, laurea in medicina con lode a Pisa, parole che si leggono chiaramente sul suo volto, grazie agli scatti dell’amica fotografa Sara Leonardi, 26 anni, laurea in Grafica d’Arte a Reggio Calabria. Foto di sofferenza che sono in effetti pagine significative di un racconto d’amore per Madre Natura.

Amiche inseparabili fin dagli anni dell’asilo, oggi giovani ed apprezzate professioniste, Sara Leonardi, fotografa, e Miriam Violi, medico chirurgo, sono unite anche dall’amore per l’ambiente. Ragazze della Calabria che non si arrende, Sara e Miriam compiono azioni positive, molto coinvolgenti. Son ragazze che hanno idee, progettano e agiscono effettivamente per il bene comune. “Facciamo tutto questo – spiega Sara – per invitare le persone ad essere più rispettose e amorevoli verso la nostra cara Madre Natura, che è davvero prodiga di meraviglie, che a volte sfuggono alla mente e alla sensibilità umana”. Decisamente dalla parte dell’ambiente, che è vita, contro ogni forma di devastazione. Un amore che recentemente hanno deciso di esprimere in maniera ancora più incisiva, con l’arte e la cultura fotografica. La sensibilità delle donne. Sara ci mette la creatività; Miriam ci mette la faccia che racconta il disagio umano. Scatti di denuncia, messaggi per la sensibilizzazione della pubblica opinione.

Miriam Violi

Miriam Violi

La buona idea viene a Sara, musicista, laurea in Grafica d’Arte e appassionata di fotografia. Vuole esprimere il suo “disappunto per tanta superficialità umana nei confronti di ciò che di più bello abbiamo, cioè il diritto inviolabile alla vita”. Pensa agli scatti fotografici per far riflettere, dire no agli scellerati inquinatori, fermare la sconsiderata condotta dell’uomo che devasta e aggrava la “sofferenza umana, nell’essere avviluppata da tutto questo malessere”. E coinvolge l’amica Miriam Violi, medico chirurgo che si toglie il camice bianco e diventa brava “fotomodella per un giorno”. Immagini che lasciano il segno. Ecco il bel volto della ragazza, pericolosamente “imprigionato” dalla plastica che uccide l’ambiente, sconvolgente l’espressione di dolore di Miriam. La natura violentata, umiliata, distrutta per mano dell’uomo che la stringe in un intreccio inestricabile di lacci velenosi. L’uomo la sta facendo colpevolmente morire. Miriam ama la vita e per passione e amore ha scelto di fare il medico, salvare la vita agli altri, mettendo a rischio anche la sua giovane vita, in questi difficili mesi di pandemia.

Dalla Calabria da tempo arrivano dunque testimonianze significative, che vanno ricordate ed elogiate. Risvegliano le coscienze e ci ricordano ancora una volta che la difesa della natura riguarda tutti noi. Purtroppo sono tante, troppe le pericolose emergenze rifiuti che si susseguono. Sono questioni che riguardano la salute di tutti. Risultano perciò di grande attualità alcune azioni positive come la mostra fotografica dello scorso anno a Gioiosa Jonica, con gli scatti di Sara Leonardi e il volto di Miriam Violi. Una iniziativa di alto valore sociale e culturale. L’idea, come dicevamo, è partita da Sara Leonardi, 26 anni, scuola di musica a Gioiosa Jonica fin da quando aveva 7 anni, diploma al Liceo Artistico di Siderno, poi l’Accademia di Belle Arti a Reggio Calabria, la laurea triennale in Grafica d’Arte, ora sta completando gli studi del biennio di Grafica. L’amore verso la fotografia, che considera “una vera e propria arte. Ormai fa parte di me, della mia vita. Con la fotografia riesco ad esprimere meglio quello che io sento”. E aggiunge: “Fin da piccola provavo un grande piacere a farmi fare le foto. Crescendo ho acquisito la consapevolezza di essere portata a quella che io definisco “espressione del mio essere””.

Sara Leonardi

Sara Leonardi

Come volto efficacemente espressivo, che con gli sguardi racconta il disagio dell’umanità provocato dal maledetto inquinamento ambientale, sceglie opportunamente l’amica Miriam Violi. Laurea con lode in medicina e chirurgia, è iscritta all’Ordine dei Medici della Provincia di Pisa, lavora come sostituto dei medici di famiglia. “Si fanno tanti sacrifici e soprattutto chi è fuori sede fa uno sforzo in più per inseguire i propri sogni, tanti sforzi in più, è stato difficile ambientarsi e affrontare tutto passo dopo passo con le proprie forze, con non poche discriminazioni purtroppo. Sono stati anni duri. Ma ora mi trovo molto bene a Pisa. Sono felice di aver realizzato il mio sogno più grande ma ancora ho tanta strada da fare”. Ha fatto domande alla Regione Toscana ed è in attesa di risposte. “Il mio obiettivo è proprio quello di diventare un medico a 360 gradi e per fare questo mi serve tanta pratica. Solo così posso capire la mia strada futura da percorrere. E mi piacerebbe anche fare la carriera accademica, nel reparto che sceglierò per la specializzazione”.

Miriam, il suo bel volto, come una attrice consumata, l’ha saputo trasformare e adeguare di volta in volta al ruolo che Sara le assegnava e alle pose che le suggeriva. “La sofferenza del nostro pianeta è diventata la mia sofferenza, quindi la sofferenza dell’intera umanità, distrutta dalla volontà dell’uomo. È un messaggio importante, fortissimo quello di rappresentare la natura unica e sola vittima dell’umanità”. Sara per le sue foto sceglie il bianco e nero.  “Amo molto il bianco e nero”, confessa. Precisando subito: “Un bianco e nero mio! Con il quale riesco ad esprimere meglio ciò che sento in quel momento. Poi il bianco e nero, per me è fantastico! La foto diventa reale!”. Proprio così. Il volto di Miriam che racconta e gli scatti di Sara che trasmettono forti emozioni. “Mi piace giocare con luci, colori e ombre, bianchi e neri; ciò contraddistingue la mia personalità, che ama anche velare “il tutto” attraverso un po’ di mistero”.

Miriam Violi

Miriam Violi

Le foto, come accennavamo all’inizio, sono state presentate lo scorso anno in una mostra allestita nell’atrio del comune di Gioiosa Jonica. Ed è stato un successo, che Miriam Violi spiega così: “Credo che la bellezza e il successo delle foto di Sara sia in primis tutto merito dalla sua professionalità e capacità creativa oltre che dall’importanza del tema, che non è cosa di poco conto”. La giovane dottoressa è convinta che un ruolo fondamentale rivesta pure “il legame forte e la sintonia che ci lega e che ci ha permesso di riuscire in questo progetto, esprimendo appieno le emozioni e trasmettendole al pubblico con indescrivibile naturalezza”.

Sara spiega con tanta umiltà e sincerità e passione quale è stata la scintilla creativa della sua buona idea per la difesa della natura. “E’ nata in me quando un giorno, nello smistare la differenziata a casa mia, in particolare la plastica, il metallo e tutti quegli oggetti inquinanti che deturpano la natura, ho sentito il bisogno di esprimere, pur nel mio piccolo, il mio disappunto per tanta superficialità umana nei confronti di ciò che di più bello abbiamo, cioè il diritto inviolabile alla vita”. Ma cosa ha voluto mettere in particolare evidenza? “Quando si parla di inquinamento ambientale, si fa subito riferimento al mare, ai pesci, ai boschi, all’ambiente in generale, senza mettere in evidenza in maniera particolareggiata il disagio umano. Io, invece, ho cercato di evidenziare, attraverso lo scatto, l’espressione di dolore e soprattutto il mio coinvolgimento interiore, la sofferenza umana, nell’essere avviluppata da tutto questo malessere”.

Il volto di Miriam Imprigionato nella plastica.

Il volto di Miriam Imprigionato nella plastica.

E Miriam ha interpretato in maniera impeccabile il ruolo che l’amica fotografa le ha assegnato. “Ho posato tante volte per Sara – racconta la brava dottoressa fotomodella – ma devo dire che questa volta il tema mi è sembrato davvero originale e di profonda attualità. Sara mi ha spiegato sapientemente che avrei dovuto sentire dentro la sofferenza della nostra amata terra, delle specie animali e attraverso le mie espressioni mostrarla con l’immagine”. Immagini che fanno riflettere: “La sofferenza del nostro pianeta – rivela Miriam – è diventata la mia sofferenza, quindi la sofferenza dell’intera umanità, distrutta dalla volontà dell’uomo. È un messaggio importante, fortissimo quello di rappresentare la natura unica e sola vittima dell’umanità. Quindi io sono stata pesce, fiore, albero, pianta, terra…qualsiasi specie vivente soffocata dalle mani dell’uomo”. E poi rivolge un elogio alla professionalità dell’autrice degli scatti: “Sapientemente Sara ha guidato l’espressione del mio volto, lo sguardo e mi ha permesso di dare tanto all’immagine. È stata un’esperienza sicuramente forte, importante, piena di significato ma anche molto divertente, perché portare avanti un progetto, un obiettivo con accanto un amico si trasforma in un momento piacevole da passare assieme e tutte le sfide diventano possibili”.

Sara l’amicizia con Miriam quanto ha influito sulle sue scelte fotografiche?

“Come sa, la mia amicizia con Miriam ha radici molto profonde e risale alla nostra tenerissima età, siamo cresciute insieme. La sua presenza ha particolarmente influito sul mio percorso fotografico, soprattutto in quest’ultimo periodo, mettendoci anche del suo, interpretando al meglio, ciò che io volevo, attraverso la sua grazia, il suo sguardo profondo nell’affrontare un tema particolare come quello dell’inquinamento ambientale, nonché la sua spontaneità”.

Amicizia solida, ribadisce con orgoglio Miriam Violi. “Sì, ci lega un’amicizia forte fin dall’infanzia e questo ci ha permesso davvero di conoscerci in tutto, anche e soprattutto nelle nostre sfumature e nel profondo delle nostre personalità. Ci ha permesso di metterci in discussione e di accettarci completamente in tutto quello che siamo, nonostante il bello e il brutto di un rapporto. Si tratta quindi di un rapporto che ha basi solide e questo ha permesso anche di creare una confidenza forte e di far scaturire una spontaneità e una naturalezza indescrivibile nelle foto che facciamo. Il sentirsi a proprio agio davanti all’obiettivo permette di esprimere tanto, di suscitare emozioni profonde”.

Tutte foto sono dunque anche il frutto naturale di una bella e lunga amicizia. “Lealtà e rispetto” sono per Sara i più grandi valori. E mi fa tornare alla mente una canzone dei miei anni giovanili a Gioiosa Jonica. “L’amicizia sincera è un grande dono, il più raro che c’è”, ripeteva il poeta della canzone Herbert Pagani, in uno dei suoi dischi più belli nel lontano 1969, quando Sara e Miriam non erano neppure nate. Ma loro oggi danno idealmente seguito a quella bella definizione dell’amicizia nata dalla mente geniale di un cantante che troppo presto se ne è andato e troppo presto è stato purtroppo dimenticato.

*già Caporedattore centrale TGR Rai

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