Il dopo COVID. Fu Turismo. Il post imposto

7 Maggio 2020
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Alan Davìd Baumann

“L'itinerario”, scultura in ferro di Alberto Baumann. 1987 - H.70cm.-L.71cm.

“L’itinerario”, scultura in ferro di Alberto Baumann. 1987 – H.70cm.-L.71cm.

Si avvia il lento ripristino alla normalità dopo il Covid. Ma il virus non è svanito, anzi.

Ma è giusto tentare di ripristinare quanto possibile, altrimenti il mondo crollerà, inghiottito dalle paure.

Bisognerà agire senza far sì che la testa serva unicamente per dividere le orecchie, come dice una massima napoletana. E su questo, non me ne vogliano una buona parte di connazionali, avrei da dubitare. Lo si è visto all’inizio dell’annuncio dell’epidemia – nonostante fosse già iniziata da tempo – con il rapido ritorno a casa da nord a sud, ossia dalle zone contaminate a quelle ancora “esenti” e l’ovvio progredire della diffusione.

 Ripartono alcune fabbriche ed aziende, ripartono degli uffici, ripartono gli esami universitari vis-à-vis.

Non potranno invece ripartire dei settori basilari nell’economia nazionale: il turismo e la cultura. Le frontiere sono chiuse, le regioni anche, tranne che per casi limite. Milioni di anni fa è nata la più grande artista di sempre: la Natura. L’uomo ha tentato di copiarla e vi è riuscito sfruttando quella sua particella che ognuno ha dentro di se’. Sono nati dei pittori, degli scultori, poeti e musicisti. Altri ne hanno approfittato, se ne sono assolutamente infischiati, sempre ritenendo che la propria necessità o il desiderio non abbiano rivali. Sono nati lo smog, l’uccisore di animali, l’abbattitore di foreste, il politico antiambientalista e migliaia di altre infinite catalogazioni relative all’egoismo umano, che possono essere riassunte in coloro che suggeriscono “tanto riguarda le future generazioni”.

 Ai nostri figli adolescenti sono bastati questi due mesi di comodo esilio, per essere ancora più fagocitati nell’onnipotenza del video sapere. Se prima era permesso portarsi un dizionario durante i temi linguistici, si ha diritto ora ad implementare, anzi a farsi sostituire da quanto detto dalla nuova Bibbia Internet. Molti non capiscono che dietro ad una macchina c’è e ci sarà, spero per sempre, ancora un uomo. Wikipedia non è il professore e neanche l’alunno. Può essere d’aiuto ma non oltre, anche perché basterebbe affinare le proprie ricerche per notare che non esiste un testo perfetto. La colpa di questo è di noi adulti, che non siamo riusciti a trasmettere loro delle solide basi. Il mondo attuale è nullo in politica, nel rispetto della natura ed a mio avviso anche nel generare delle nuove valide e concrete concezioni artistiche. Il nostro mondo ha mutato la fantasia dell’essere umano, rendendola solo devota all’economia. Ovviamente vi sono alcune minuscole eccezioni.

 Si è tentato di valorizzare e promuovere alcune di queste eccezioni – tornando a Madre Natura ed ai suoi discepoli – tramite i messaggi audio e video depositati forse eccessivamente durante la lunga quarantena. Forse i messaggi si sono accavallati, dati fastidio, eliminati a vicenda. Sicuramente la migliore pubblicità sarebbe di render loro visita, attraverso luoghi preposti, quali mostre, conferenze dal vivo, gite ed incontri.

 Ah, che bella parola “incontro”!

 Non potremo nel prossimo venturo andare a visitare la Costiera amalfitana od i trulli pugliesi. Mi mancano i Nuraghi sardi, il pesto con quell’orizzonte infinito visto dalle montagne liguri. Mi mancano un’infinità di cose, ma soprattutto l’esser certo di aver riconquistato la Libertà e quel suo regalo di permettere a noi tutti di poter possedere il frutto di un desiderio.

 Aldilà di questi sogni, una grossa fetta della popolazione non potrà ancora condividere quel che la Natura o gli artisti hanno creato. Temo per le imprese turistiche, per i servizi di ospitalità, per coloro che si occupano dei servizi complementari. Sono rattristato per chi, magari anziano  e sopravvissuto ad una casa di riposo, arrotonda la magra pensione affittando una stanza ad uno studente o ad un viandante casuale. Temo per chi si occupa di quelli che vengono definiti pro­dotti non standardizzati, legati in qualche modo alla cultura locale, basterebbero  quelli collegati all’enogastronomia tipica. Le attività turistiche sono caratterizzate da un’elevata intensità di occupazione con punte periodiche di richiesta, che mutano al variare delle destinazioni, delle condizioni climatiche stagionali e da eventi che coinvolgono le attività umane. Le professionalità date dalle molteplici attività presenti, sono uno dei motivi di misurazione per le opportunità di lavoro che queste offrono.

 Questa guerra e quest’essere umano incolto ed egoista, ci ha quasi messi al tappeto. Vorremmo risvegliarci senza dover riaffrontare i problemi preesistenti, ma siamo certi che riprenderà il traffico facendoci dimenticare presto il fragoroso silenzio, respireremo a fatica per causa nostra, il buco dell’ozono si stiracchierà, i ghiacciai si scioglieranno e qualcuno di noi si sentirà fiero di ripetere: “tanto riguarda le future generazioni”.

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