Ciao Paola, coraggiosa giornalista guerriera! Grazie per le belle lezioni umane e professionali che ci hai lasciato.

11 Gennaio 2019
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di Domenico Logozzo *

Paola Nappi in Abruzzo dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Paola Nappi in Abruzzo dopo il terremoto del 6 aprile 2009.

Ci ha lasciati la giornalista-guerriera Paola Nappi, brillante, generosa e sfortunata inviata della Rai. Il 13 febbraio 2012 era stata colpita da ictus mentre si trovava all’Isola del Giglio, per la messa in suffragio delle vittime della Costa Concordia. Combattente. Ha lottato con tutte le sue forze per sette anni. Il coma, la lenta, faticosa e difficilissima ripresa, le speranze, le ricadute e purtroppo mercoledì mattina la resa. Altruista. Sempre pronta a partire. Livornese, 55 anni, era stata inviata del Tgr della Toscana dopo il terremoto che dieci anni fa ha devastato L’Aquila. Una esperienza che l’ha segnata profondamente. Lo ricordava spesso. Tanti servizi, tante foto e commenti su facebook per raccontare la tragedia aquilana, per richiamare l’attenzione sui disagi e sostenere la popolazione in difficoltà. “Nei pressi di Castelnuovo, a circa venti chilometri da L’Aquila, il paese adottato dalla regione Toscana, speriamo di riuscire davvero ad aiutare i suoi 200 abitanti e ricostruire il paese”, scriveva il 10 aprile del 2009.

Testimonianze drammatiche degli scampati: “Castelnuovo. Un superstite racconta: “I calcinacci mi hanno colpito al volto mentre dormivo, prima di scappare abbiamo perso qualche secondo cercando un pila prima di scendere per le scale. Quei pochi secondi ci hanno salvato la vita, le scale sono crollate e noi siamo scesi correndo sopra le macerie”. Il grande cuore della solidarietà “con il saluto alla mia amica Pasqualina prima della partenza. Ha vissuto a Torino, poi con il marito è tornata nella sua terra per farsi una casetta che adesso non c’è più. “Ho 74 anni, viviamo in due con 800 euro di pensione, dopo una vita di lavoro e sacrifici non abbiamo più niente. Non ci lasciate soli”. E Paola non li ha mai dimenticati gli abruzzesi. “La trasferta in Abruzzo – mi ha scritto nel 2015 – ha dato un senso alla mia professione, esserci e raccontare. Il verde d’Abruzzo è un verde particolare e l’azzurro del suo cielo sono indimenticabili! Sono stata la prima volta in Abruzzo per “la Vita in diretta”. Una settimana a Pescara, per casi vari, fra cui quello dell’uccisione dell’avvocato dei Carabinieri. Mi ricordo il processo Capoccitti, lì vidi la collega Rita Mattei, era il mio mito”.

2Quando nel gennaio del 2017 c’è stata in Abruzzo la situazione di grave emergenza con il terremoto, la grande nevicata e la tragedia di Rigopiano, ho ricevuto da Paola questo commovente sms: “Ciao Mimmo. Ti ho pensato molto. Volevo telefonarti, adesso lo scrivo qui. Vedo le immagini dell’Abruzzo e vi penso. Volevo ospitarti a casa mia in Toscana, a Livorno, sul mare. Sappi che qui ci sarà sempre posto per voi. Io non sono la stessa di una volta, adesso sono disabile, in sedia a rotelle, ma sarei felice di ospitarti e di abbracciarti ancora. Ricordatevi che qui sarebbe bello riabbracciarvi, un’occasione che la vita ci dà. Tvb capo”.

L’amicizia, nata quando ero Capo Redattore in Abruzzo, si è irrobustita con il passare degli anni. Lunghi colloqui telefonici nei momenti più difficili del suo lungo calvario. Cercavo di darle coraggio, ricordando il grande impegno professionale, i risultati positivi che aveva ottenuto, e augurandole di ritornare in campo come sempre “giornalista guerriera”. E lei: “Mi ha fatto bene al cuore sentire la tua voce. Grazie che mi ricordi continuamente la mia vita passata. E chi ero”. Dopo l’esperienza abruzzese, con Paola ci eravamo nuovamente “incontrati” professionalmente nel 2011, con l’avvio dell’iniziativa editoriale della Tgr “Italia Sera”. A Roma ero Capo Redattore Centrale. Ricordo le sue impeccabili dirette fatte dalla Toscana in occasione dell’alluvione che aveva colpito anche la Liguria.

Paola Nappi intervista Fabrizio Frizzi.

Paola Nappi intervista Fabrizio Frizzi.

Una donna allegra, una giornalista ricca di interessi, impegno professionale a tutto campo. Paola era molto amata dai telespettatori. Si ricordano le sue dirette per Miss Italia e le belle interviste fatte a Fabrizio Frizzi. Sorriso indimenticabile. Che non si spegnerà mai. Nel 2011 aveva pubblicato su facebook una foto gioiosa, molto significativa del bel rapporto con il conduttore televisivo della Rai. L’allegria coinvolgente. Sono volati in cielo troppo presto due protagonisti della televisione italiana che hanno lasciato segni positivi incancellabili nel mondo dello spettacolo e dell’informazione.

Un mese fa avevo sentito il marito Nicola. “Purtroppo non ho buone notizie, per Paola non c’è più niente da fare”. Mercoledì mattina il triste annuncio della morte dato dal padre Roberto. La Rai perde una grande risorsa professionale. Un esempio di buon giornalismo. Paola il 27 arile 2014 aveva raccontato la sua storia a Irena Vella di Vanity Fair. “Io, salvata dagli angeli della Concordia” era il titolo dell’intervista alla quale ci teneva tanto.” Era un continuo andare all’isola e tornare a Livorno, e ogni volta il relitto mi sembrava sempre più grande, non riuscivo a togliermelo dagli occhi nemmeno quando tornavo a casa. Immaginavo il terrore che dovevano aver provato i naufraghi, in particolare la piccola Dayana, da mamma non riuscivo a non pensare a lei”. Il ricordo di quel drammatico 13 febbraio: “Sono arrivata al Giglio quella mattina, e già erano presenti molti dei naufraghi e dei parenti delle 32 vittime. Tornavano nella Chiesa che quella notte li aveva accolti, tornavano con le coperte lavate e stirate da restituire agli abitanti che li avevano riscaldati. C’erano i giornalisti di tutto il mondo, le tv straniere, i volontari delle ambulanze della Toscana, tanta neve, e freddo”.

4Il malore improvviso: «Un aneurisma al cervello. I volontari delle ambulanza erano lì per i sopravvissuti della Costa Concordia e hanno salvato me. Mi hanno messa in elicottero e portata a Siena dove sono stata operata subito, se non fossi stata lì probabilmente non mi sarei salvata». La paura di non farcela: «Sì, anche perché il recupero è stato ed è tuttora molto difficile, appena mi sono risvegliata dal coma non riuscivo a parlare, mi stancavo subito, prima di rialzarmi ci ho messo dei mesi». Il sostegno “dei figli Leonardo e Gaia e mio marito in primis, e poi tutte le testimonianze d’affetto ricevute dai colleghi e dalle persone incontrate durante il mio lavoro, avevano anche creato un blog dove si scambiavano informazioni e mi incitavano a non mollare. Ogni giorno sulla bacheca di Facebook mi lasciavano messaggi di incoraggiamento. C’era chi pregava, chi mandava sms al mio cellulare spento, nel momento del bisogno ho scoperto che tante persone mi volevano bene».

Il momento più bello della ripresa: «Quando mio marito mi ha portato il tablet e mi ha detto di scrivere sul mio profilo per salutare tutti. Ho scritto solo: “ciao sono Paola, la giornalista guerriera: ce l’ho fatta». Purtroppo la malasorte si è accanita contro Paola. E oggi con tanto dolore e con le lacrime agli occhi dico ciao alla coraggiosa giornalista-guerriera, ringraziandola per la preziosa eredità umana e professionale che ci consegna e che non dovrà essere dispersa.

*già Caporedattore TGR Rai

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