IL CAPO DI SME IN AUDIZIONE AL SENATO: SPESE ESERCITO RIDOTTE ALL’OSSO. Previsti altri tagli, riduzioni, soppressioni e ristrutturazioni: attuate n. 63 delle 83 soppressioni e n. 110 delle 124 riorganizzazioni previste.

16 Ottobre 2018
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Gen. C. A. Salvatore Farina

Gen. C. A. Salvatore Farina

Roma, 15 ott 2018 – ESERCITO: SITUAZIONE DRAMMATICA. PERSONALE MILITARE VECCHIO – PERSONALE CIVILE VECCHIO. IL RICAMBIO DEL PERSONALE E’A PERDERE. MOLTI VANNO IN PENSIONE E POCHI VENGONO ASSUNTI. POCHISSIMI GLI ASSUNTI NELL’IMPIEGO CIVILE. L’Esercito risulta essere ad oggi il fanalino di coda sotto il profilo degli investimenti e addestramento, rispetto alle altre due forze armate tradizionali: aeronautica e Marina. Fino al 2024 si subiranno altre ristrutturazioni, soppressioni e riduzione del personale militare. Difficile reclutare nuovi VFP1. I Giovani idonei e di ottima salute sono poco attratti dall’Esercito e per questo il Gen. chiede di ripristinare un anno obbligatorio nelle FF.AA. prima di poter accedere nelle FF.PP.. 

Ai Graduati saranno assegnati molti incarichi ora svolti dai Direttivi del ruolo Marescialli.  Quindi non illudiamoci di vedere finiti i sacrifici per il personale che rientrerà nelle ristrutturazioni e soppressioni.  Tutto questo ce lo racconta il Sindacato FLP Difesa con una nota e il video integrale del Gen. FARINA al Senato, tutto reso disponibile anche da noi.

Il Gen. Farina ha esordito ricordando le quattro missioni della F.A.:

  • la difesa dello Stato; la difesa degli spazi euro-atlantici ed euro-mediterranei;
  • il contributo alla difesa della pace e della sicurezza internazionale;
  • i concorsi e compiti specifici per la salvaguardia delle istituzioni;
  • fronteggiare le calamità naturali.  A tal riguardo, ha segnalato come oggi siano 3.400 gli uomini e le donne dell’Esercito impegnati in missioni internazionali e 7.300 in operazioni in Patria, di cui circa 7.000 nell’“operazione strade sicure”, mentre altre 8.100 operano in forze di pronto impiego. Dunque, in totale, sono 18.800 gli “operativi”.

Ha quindi tracciato le cinque linee programmatiche della F.A.

La prima è relativa al processo di razionalizzazione avviato dalla legge 135/2012 e poi dai decreti legislativi nn. 7 e 8/2014, che è stato portato avanti salvaguardando al massimo la componente operativa, che oggi rappresenta il 75% della F.A..

Già attuate n. 63 delle 83 soppressioni e n. 110 delle 124 riorganizzazioni previste, che si tradurranno in una riduzione strutturale pari al 31% entro il 2024.  Ha quindi lamentato l’insufficienza dell’organico militare previsto al 31.12.2024 (89.440, taglio del 20%) a fronte degli attuali 94.000 effettivi (di cui 7% donne), auspicando l’incremento a 99.000. Il Generale ha anche affermato che lo “snellimento organizzativo” proseguirà attraverso l’”alleggerimento dei comandi divisionali” e delle stazioni appaltanti” (da 260 a 70).

La seconda linea programmatica del Capo di SME riguarda il personale “che rappresenta la componente centrale della F.A.” e che dovrà essere valorizzato ponendo molta attenzione al benessere, alla sicurezza dell’ambiente di lavoro e ai bisogni familiari, e coniugando tra loro meritocrazia, trasparenza e partecipazione, nel quadro di una operazione di necessario ringiovanimento a fronte del progressivo invecchiamento che si sta registrando. Ha quindi parlato del personale civile dell’Esercito definendolo “una componente che garantisce un contributo prezioso e soprattutto specialistico nell’area T/I” (Poli, in primis), denunciando da una parte le criticità legate al mancato turnover di questi anni che ha determinato “la perdita progressiva di capacità”, ma dall’altra prospettando uno scenario futuro alquanto ottimistico determinato dai bandi di concorso già pubblicati (ma trattasi in tutto di 30 assistenti tecnici……..) e di 450 assunzioni nel prossimo triennio (dati questi che ci sembra non corrispondano alle previsioni di cui al Piano del Fabbisogno (PTFP) di PERSOCIV (si veda il Notiziario n. 93 del 30.08.2018), peraltro oggi già in revisione. A nostro avviso, le gravi carenze non sono solo quelle tecniche e quelle dell‘area industriale, ed ad esse si potrà far fronte solo tramite un piano straordinario di assunzioni in deroga alle attuali capacità assunzionali.

Il Gen. Farina poi accennato al grave problema del taglio delle risorse per l’esercizio (dai 1149 mln del 2002 ai 255 mln del 2018!), che inducono enormi criticità in primis ai fini dell’addestramento. Servono più risorse anche per ridurre l’attuale gap capacitivo con le altre FF.AA., e da qui la richiesta, che il Capo SME ha già avanzato in ambito IF, che vengano destinate all’Esercito gran parte delle risorse assegnate al M.D.

Ultimo argomento, il parco infrastrutturale (2.700 immobili complessivi di varia tipologia, di cui 470 caserme, solo 6 quelle edificate negli ultimi 30 anni. Trattasi dunque di strutture vetuste e poco funzionali, senza adeguata manutenzione, e che pertanto sono anche portatori di situazioni di rischio per il personale. Per questo, occorrerà un piano di ammodernamento e la costruzione di nuove infrastrutture (le “caserme verdi”, anche aperte alla cittadinanza, di cui è partita a Roma Cecchignola una prima e positiva esperienza pilota).

Un’audizione interessante, e su alcuni dei temi proposti torneremo certamente nel corso dell’incontro di domani con il gen. Farina.

(Giancarlo Pittelli – FLP DIFESA)

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