IMMIGRAZIONE: DA MARE NOSTRUM A MARE MORTO.

20 Aprile 2015
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L’ultima immane tragedia avvenuta nel Mediterraneo a scapito dei migranti, in cerca di una vita dignitosa e vivibile, che ha fatto registrare la morte di circa 900 disperati peserà sulla coscienza di molti, in Europa e nel Mondo, che nulla fanno per porre fine alle stragi annunciate.

Non possiamo a questo punto non ricordare quanto fu  rapida la decisione di porre in atto la “Coalizione dei Volenterosi” poi trasformata in “Unified Protector”; l’operazione aerea con cui la NATO aveva appoggiato la rivoluzione libica: Francia e Gran Bretagna in prima linea, ufficialmente spinte da spirito umanitario perché il defunto Colonnello bombardava civili inermi.

Nel vuoto di potere creatosi dal crollo del regime di Gheddafi si sono insediate milizie con sigle e rivendicazioni tribali, bande armate e gruppi di banditi, alcuni anche alleati dell’ISIS  che hanno iniziato a rapire ostaggi e ad ucciderli. Tutti contro tutti armati alla ricerca di un proprio tornaconto di potere.

Dove sono ora quei Paesi “Volenterosi” così solleciti ad intervenire contro Gheddafi? La domanda è d’obbligo: perché non si fanno carico della nuova ecatombe determinata dall’Esodo “Biblico”? Perché non inviano le loro marine a salvare i disperati per ospitarli nel loro territorio?

E’ chiaro che l’Italia non ha risorse sufficienti per fronteggiare la situazione e né può continuare ad ospitare i poveri disperati nel proprio territorio ormai saturo.

Si è parlato di un “Blocco Navale” sulle coste libiche, ma non crediamo possa essere efficace, al contrario potrebbe spingere  i “Barconi dei disperati” contro le navi del blocco e a quel punto non resterebbe che prenderli a bordo. L’unico intervento efficace resterebbe un intervento diretto sul territorio libico per il controllo delle coste e del residuo e fatiscente naviglio utilizzato dai trafficanti di uomini, magari distruggendolo. Ma per questo ci vorrebbe una risoluzione delle Nazioni Unite, da convocare con estrema urgenza, che autorizzi l’Operazione.

In Italia forse qualcosa si sta muovendo per un intervento di Forza. Nell’ultima conferenza stampa tenuta dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a far da cornice allo stesso non c’erano i Ministri degli Esteri e dell’Interno, ma i Capi di Stato Maggiore della Difesa, della Marina e dell’Aeronautica.

UNIFIED PROTECTOR

Dopo le risoluzioni  del 31 marzo 2011, 1970 e 1973 la NATO prese  il controllo di tutte le operazioni militari per la Libia. L’obiettivo dell’Operazione Unified Protector consisteva nel proteggere i civili e le aree popolate da civili sotto attacco o minaccia di attacco.

La missione era composta da tre elementi: un embargo sulle armi, una no-fly-zone ed azioni per proteggere i civili dagli attacchi o la minaccia di attacco.

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