RUBRICA INTERNAZIONALE: SIRIA, AFGHANISTAN

18 Luglio 2012
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 SIRIA

In Siria è ormai guerra civile sempre più cruenta. I tentativi della Lega Araba e delle Nazioni Unite per una soluzione politica non hanno avuto l’effetto desiderato di giungere ad un cessate il fuoco.
Gli scontri sono proseguiti in varie regioni del Paese, da Homs ad Idlib fino ad arrivare a Damasco, con un numero di morti in crescita tra le fila di entrambi gli schieramenti e nella popolazione civile.
Le Forze ribelli, un mosaico complesso e difficile da decifrare, sempre discordi sulle modalità di opposizione al regime, con a capo i militari fuoriusciti dalle Forze Armate siriane (Free Syrian Army – FSA), hanno incrementato la loro capacità offensiva. Molto probabilmente grazie alle armi fornite da Arabia Saudita e Qatar (fucili d’assalto, lancia razzi e armi contro-carro) giunte attraverso i canali di contrabbando lungo il confine della Turchia. Tuttavia, i ribelli, pur controllando molte aree del paese, non sono per il momento in grado di rovesciare i rapporti di forza con le Forze fedeli al presidente Assad. Per contro i lealisti hanno cominciato ad utilizzare armamenti pesanti che precedentemente non erano stati impiegati, come, ad esempio, gli elicotteri d’assalto di fabbricazione russa Mi-24, aumentando, di fatto, il livello degli scontri con ripercussioni maggiori sulla popolazione civile.
Sempre più evidente l’internazionalizzazione del conflitto.
Le autorità russe che continuano a sostenere il presidente Assad, unico alleato in grado di garantire la loro presenza nel Mediterraneo, potrebbero aver inviato elicotteri da combattimento Mi – 24 in riparazione  nelle officine russe e gli USA che hanno avviato colloqui non ufficiali con rappresentanti del FSA, restii, al momento, ad appoggiare ufficialmente le forze ribelli con la fornitura di nuovi armamenti per paura che le armi possano cadere nelle mani dei fondamentalisti legati ai jihadisti. Negli ultimi mesi  infatti, parallelamente agli scontri, si sono susseguiti una serie di attentati suicidi contro strutture militari lealiste e palazzi del regime. Alcuni di questi sono stati rivendicati dal Fronte Al-Nusrah per il Popolo del Levante, una formazione jihadista di inspirazione qaedista. Tuttavia, non è certo che gli attentati siano stati compiuti da tale organizzazione. Essi potrebbero rientrare nella casistica del “terrorismo di Stato” perpetrato dai servizi di intelligence siriani. Infine, il conflitto sta assumendo sempre più i tratti di una lotta a sfondo confessionale tra Sunniti (la maggioranza della popolazione) e gli Sciiti (cui appartengono gli Assad e i clan al potere da più di quarant’anni). Il  regime cerca di accreditarsi come unica salvezza per le altre minoranze confessionali (Alawiti, Cristiani, Drusi, Israeliti) che nell’ipotesi di una caduta degli Al-Asad sarebbero esposte alle barbarie dei fondamentalisti sunniti.

 AFGHANISTAN

Nell’ambito del processo di transizione che prevede l’assunzione di responsabilità diretta del territorio da parte delle Forze di Sicurezza nazionali afgane è stato ceduto il controllo del Combat Out Post (COP) “Mono”, primo avamposto del Regional Command West. Il RC-West,  area a guida italiana, comprende le province di Badghis, Farah, Ghor e Herat.
La cerimonia, che si è svolta presso la base operativa avanzata “Columbus”, a Bala Mourghab, sede del Comando della Task Force North, su base 8° Reggimento Bersaglieri, ha ufficialmente sancito il trasferimento del caposaldo “Mono” all’Esercito afgano. La cessione del COP “Mono” è un importante tassello del processo di transizione: da oggi in poi le Forze di Sicurezza afgane saranno infatti chiamate a tenere sotto controllo la delicatissima area attraversata dalla strada denominata “Bronze”, che collega il Paese con il vicino Turkmenistan.
L’avamposto, il più settentrionale dell’area assegnata all’Italia, è stato teatro di violenti scontri tra militari italiani ed insorti. In questa zona, nei pressi del vicino villaggio di Kawe Mullawi, il 25 luglio 2011 cadde il Caporal Maggiore Scelto David Tobini, decorato di Croce d’Onore alla Memoria.
Il processo di transizione si completerà il mese prossimo con la cessione dei COP “Croma” e “Victory”, a premessa della consegna definitiva dell’area di Bala Mourghab alle Afghan National Secutiry Forces (ANSF).

 

FORZE DEL REGIONAL COMMAND WEST
In Afghanistan sono istituiti 5 Comandi Regionali dipendenti dal comandante di ISAF: North, West, South, East e Capital.

Le Unità principali assegnate al RC-West, a guida italiana sono:

• Regional Command West HQ, Brigata “Garibaldi” meccanizzata (Italia);
• 2 ° Reggimento Genio (US);
• 1 ° brigata, 4 ° Divisione di fanteria (US);
• Task Force Centre, 82° Reggimento di Fanteria “Torino” (Italia);
• Task Force North, 8° Reggimento di Fanteria “Bersaglieri” (Italia);
• I Badghis della Task Force, paracadutisti Brigata “Almogavares VI” (Spagna);
• Task Force Sud-Est, 19° Reggimento Cavalleria (Italia);
• Task Force South, 1° Reggimento di Fanteria “Bersaglieri” (Italia).

Nell’ambito di ciascun Comando Regionale operano più Provincial Reconstruction Team (PRT), organizzazioni miste militari e civili idonee a creare un ambiente stabile attraverso un processo di ricostruzione socio-economica, mediante il supporto alle attività di ricostruzione condotte dalle organizzazioni nazionali ed internazionali operanti nella regione.
Nel RC-W sono istituiti 4 PRT:
• Herat: nazione guida Italia;
• Farah: nazione guida: USA;
• Qal’ah-ye Now, provincia di Badghis: nazione guida: Spagna;
• Chaghcharan, Provincia di Ghor: nazione guida Lituania.

L’Italia, nell’ambito del NATO Training Mission – Afghanistan , è impegnata ad Herat con Carabinieri e Finanzieri nell’addestramento della Polizia di frontiera, collaborando con il personale USA del Combined Security Transition Command Afghanistan (CSTC-A) per l’addestramento dell’Afghan National Civil Order Police (ANCOP).

 

 

 

 

 

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