INTERVISTA AD ERNESTO VITIELLO, PRESIDENTE DEL COMITATO PER LA PREVENZIONE DELL’EPATITE VIRALE (COPEV)

5 Luglio 2012
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Ernesto Vitiello

Intervista ad Ernesto Vitiello, raccolta da Giovanni Zambito
al quinto Convegno Nazionale della Federazione Liver-Pool
“Nuove frontiere nella cura delle malattie del fegato”

 

Abbiamo parlato della situazione dei Trapianti in Italia emersa durante il quinto convegno nazionale della Federazione Liver – Pool “Nuove frontiere nella cura delle malattie del fegato”, svolto a Milano, alla cui organizzazione ha contribuito anche COPEV (Comitato per la Prevenzione dell’epatite Virale).

Cos’è il Copev?
Il Copev è tra le prime associazione di volontariato nata in Italia nel campo della patologia epatica: “Era nata come Comitato nell’87 dopo la morte di mia figlia con lo scopo di rendere obbligatoria la vaccinazione dell’epatite virale B – dichiara il Presidente Ernesto Vitiello – e nel giro di pochi anni siamo riusciti a raggiungerlo: è stata, infatti, promulgata la legge 191, un traguardo importante dato che all’epoca di epatite virale B morivano almeno tremila persone l’anno, mentre adesso la si può considerare debellata. In seguito ci siamo trasformati in associazione mantenendo il nome”.

Vi siete insomma mobilitati su aspetti concreti e pratici…
Direi proprio di sì: abbiamo contribuito, infatti, alla promulgazione della legge 191: un traguardo importante dato che all’epoca di epatite virale B morivano almeno tremila persone l’anno…

E oggi?
Adesso la si può considerare debellata. In seguito ci siamo trasformati in associazione mantenendo il nome Copev visto che era già conosciuto”.

Quali aspetta affronta il Convegno dal punto di vista scientifico?
Oggi la problematica maggiore è l’epatice C contro cui non esiste vaccino: tuttora in Italia vi sono due milioni di malati. Nel Convegno si parlerà di tutte le cure a disposizione di tutti i malati di epatite compreso il trapianto del fegato”.

Il conferimento da parte del Presidente Napolitano è uno stimolo ulteriore…
La medaglia d’argento del Presidente Napolitano si aggiunge all’Ambrogino d’Oro assegnato dal Comune di Milano e ad un altro riconoscimento della Provincia.

In questi tempi di crisi dove latitano finanziamenti di ogni tipo, come fate a sostenervi?
Bella domanda: la nostra attività si regge grazie al cinque per mille, che rimane la fonte principale, e sui finanziamenti privati. Come Associazione facciamo quello che possiamo assegnando borse di studio e finanziando ricerche; operativamente gestiamo un ambulatorio e una casa d’accoglienza limitrofa all’Ospedale Maggiore, per la quale non abbiamo alcun finanziamento”.

Il COPEV punta sull’assistenza:
le donazioni vengono destinate alla ricerca, in particolare allo studio della cellula staminale epatica per progetti di ricerca sul virus C, e all’attività clinica che si svolge presso l’Ambulatorio del Centro per il trapianto di fegato ”Beatrice Vitiello”: qui vengono assistiti i pazienti trapiantati o in attesa di intervento, mentre una casa accoglienza con 12 camere a due letti è pronta ad accogliere malati e accompagnatori che risiedono fuori Milano.

 

 

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