INDIA: UN INSOPPORTABILE SENTIMENTO DI REPULSIONE E DI CONDANNA

17 Marzo 2012
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Massimiliano Latorre e Salvatore Girone

UN GRIDO DI ESECRAZIONE – UN APPELLO

“Non lasceremo soli i nostri fucilieri!”

Sono indignato.
Poco fa l’ India ha stabilito ulteriori quindici giorni di indagini. E’ un purgatorio, che viene subito da prigionieri, non da delinquenti. E’ un ‘ offesa alla nostra Nazione.
I nostri connazionali non parlano, per disinteresse e per vigliaccheria. E’ bene tenere il fuoco acceso. Non si devono spegnere, in casa nostra, le lampade della Verità e della Speranza fintanto che non si accenda quella della Luce. Questo mio meditato sfogo: sgorga dal cuore e, come tale, potrebbe essere fallato.
Affettuosamente Carlo Minchiotti (Ufficiale del 150° Corso Montello – Accademia Militare di Modena)

” L’esecrazione e’ il sentimento che sento di condividere, assieme con la rabbia, verso tutte quelle autorità indiane che – con spocchia nazionalista – stanno tenendo in carcere due nostri Militari. Che gli abitanti dell’ India, paese per troppi anni assoggettato alla dominazione inglese e di quell’ Impero tributari di tanti atteggiamenti presupponenti, siano spocchiosi, nessuno può metterlo in discussione. Mente raffinata e pronta, l’ indiano ha grandi capacità e straordinarie potenzialità: non per niente sono indiani i migliori medici, ingegneri, matematici e fisici impiegati in Europa ed in America per lo sviluppo di delicati progetti.

Resta in molti di essi , però, il carattere indigesto delle origini e, almeno per me, appaiono spesso antipatici. E lo sono, la parte per un tutto, coloro che oggi reggono le fila di un orgoglio nazionalista vilipeso senza certezze. Chi detiene il potere sta sfruttando, a fini politici, una vicenda i cui lati oscuri non danno per scontata la colpevolezza dei nostri Fanti di marina. La perizia alla quale sono sottoposte da troppi giorni le armi prosegue con esasperante lentezza, così come lascia adito a molti dubbi l’ ulteriore periodo di quindici giorni che trascorrerà dal 16 marzo per l’ accertamento della Verità. E la Verità è, credo , che sia la grande assente dalla loro Volontà: l’ impegno diplomatico messo in campo dall’ Italia – che ha coinvolto le autorità di altre Nazioni per un addolcimento delle posizioni ed una fluidificazione dei rapporti – avrebbe potuto far trapelare messaggi di speranza a favore di una soluzione mirata della Crisi. Gli elementi prognostici positivi c’erano tutti e si sono ulteriormente rafforzati;  manca, purtroppo, la prova che essi siano stati recepiti da una Nazione che vuole solo affermare un ruolo internazionale che, di fatto, non le e’ stato ancora attribuito, pur essendovi , nella sostanza, tutti i presupposti affinché ciò accada. Mi sarei aspettato che, in questo contesto favorevole, il Paese avesse avuto una lungimiranza tale da farGli guadagnare consensi piuttosto che inimicizie. Ma i lati del carattere devono indurre i Reggitori di quella grande Nazione a mantenere inalterati i tratti della più esacerbata contrapposizione al buon senso.
Che la politica diplomatica dell’ Italia possa portare a risultati concreti e’ un auspicio che coltivo ed incentivo, certo come sono che la compostezza istituzionale premia sempre. Il tono della dichiarazione di oggi, 16 marzo, con la quale le indagini vengono prorogate per almeno 15 giorni, mi induce, però , a proporre una modesta quanto economica forma di ” ribellione ” al modo con cui l’ India allontana il momento della Verità, dando in pasto alla propria opinione pubblica la certezza di un omicidio compiuto dai militari italiani, pur in assenza di prove . Ed allora, fino alla conclusione delle indagini, disabituiamoci a comprare i prodotti realizzati in India. E dal nostro Blog questo messaggio giunga agli organi di informazione affinché – nel segno del rispetto verso le attività intense della Diplomazia – giunga ai nostri militari, allo stato innocenti e trattenuti illecitamente, l’ affetto del 150° corso, dei nostri Familiari che intendono così abbracciare i loro e tutti i Marinai d’ Italia, sicuramente provati ed offesi da un siffatto comportamento.
Un abbraccio a Tutti Carlo Minchiotti”

 Condividiamo e ci uniamo all’appello dell’amico Carlo.
Chiunque avesse il desiderio di esternare ai nostri fucilieri la propria vicinanza ed il proprio affetto ha la possibilità di farlo con un commento all’articolo (che gireremo alla nostra Marina Militare) o  scrivendo all’indirizzo di posta elettronica indicato di seguito. Le mail verranno girate dalla nostra Marina Militare a Latorre e Girone:

inostrifucilieri@gmail.com

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2 Responses to INDIA: UN INSOPPORTABILE SENTIMENTO DI REPULSIONE E DI CONDANNA

  1. marcello cimoroni on 18 Marzo 2012 at 10:50

    Esprimo un profondo e sincero senso di solidarietà ai nostri militari Latorre e Girone. Confido che la loro preparazione ad assolvere compiti tanto gravosi li tenga sereni e fiduciosi in una giusta composizione della loro disavventura. Non condivido l'”invito a non comprare prodotti realizzati in India” ma partecipo totalmente all’indignazione suscitata da una atto politico preelettorale più che giudiziario per la palese incompetenza territoriale. Coraggio e fiducia, vi siamo vicini.

  2. Emanuela Mariani on 19 Marzo 2012 at 17:44

    Ho la sensazione che la vicenda dei due Marò sia stata governata con leggerezza a livello istituzionale collezionando una serie di autogol che hanno evidenziato una mancanza di governance complessiva dell’incidente avvenuto. Si è agito troppo tardi: l’armatore ha deciso da solo, il Ministero non ha guidato con incisività e rapidità le azioni, troppo semplice parlare a posteriori di “inganni” che hanno attirato la nave in porto e quindi hanno prodotto la consegna dei nostri due militari. Risultiamo troppo rispettosi dell’arroganza del piccolo Stato del Kerala, potremmo permetterci molto di più. Un Governo che si rispetti deve occuparsi non solo della crisi economica e dello sviluppo del Paese ma anche dei rapporti internazionali e della salvaguardia dei suoi servitori. Forse in questa sfera ha cominciato male.
    L’opinione pubblica deve attivarsi in prima persona, scrivete tutti all’Ambasciata Indiana, lettere o mail richiedendo la liberazione dei nostri due Marò.
    A loro un pensiero di solidarietà, speranza, ma anche di cittadinanza attiva che condanna la loro ingiusta detenzione.

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