GLI ALPINI DEL 9° REGGIMENTO SUL GRAN SASSO D’ITALIA

16 Ottobre 2011
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IL 9° ALPINI FA RISPLENDERE IL TRICOLORE SUL GRAN SASSO D’ITALIA

Il colonnello Cristoni (comandante del reggimento)

Una bella prova che ci avvicina ancor di più al territorio e alle nostre radici di soldati della montagna.

Si è  concluso il 14 ottobre, dopo due settimane, il modulo movimento montano del 9°  reggimento alpini sulle cime del Gran Sasso d’Italia.

Gli alpini abruzzesi al  termine di un ciclo addestrativo propedeutico, hanno percorso 123 chilometri in  montagna scavalcando i versanti teramano e aquilano del massiccio appenninico.
Nei 15 giorni di attività gli alpini del 9° reggimento si sono imbattuti nelle  prime nevi della stagione, potendo così saggiare i nuovi equipaggiamenti in  dotazione alle Truppe Alpine.

Colle delle Monache,  Monte Corvo, il Picco dei Caprai, il Corno Piccolo, Vado di Corno sono le vette  più rappresentative raggiunte, da sempre paradiso degli alpinisti di tutto il  mondo e vero vanto della bella terra d’Abruzzo. Su ognuna di esse, gli  alpini hanno attivato artifizi fumogeni con i colori del tricolore italiano e  recitato la preghiera dell’Alpino. L’ascensione sul Corno  Grande a 2.912 metri per la “via normale” ha rappresentato la fase conclusiva  dell’addestramento e ha visto il comandante della brigata alpina Taurinense,  generale Francesco Paolo Figliuolo, condividere le fatiche della montagna con i  propri alpini. Soddisfatto il  colonnello Riccardo Cristoni, comandante della storica unità con sede a  L’Aquila che, parlando agli uomini e alle donne del reggimento a conclusione  del modulo, ha sottolineato  l’impegno sul territorio dove viviamo e da cui  proviene la metà degli alpini del reparto e che queste attività servono  anche a gratificare e rafforzare il legame tra territori montani e il  reggimento.Difatti, negli ultimi anni gli alpini abruzzesi hanno operato  sia in missioni all’estero come per esempio in Afghanistan, sia in patria a  sostegno delle popolazioni colpite da calamità naturali. Da ultimo – prosegue  Cristoni –  gli alpini devono sentirsi orgogliosi di operare a L’Aquila 24  ore su 24 nella zona rossa del centro cittadino per prevenire fenomeni di  sciacallaggio e per garantire il rispetto delle ordinanze che restringono la  circolazione nei quartieri dove non è consentito l’accesso.

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