di Enrico Cavalli
“Aquile Rossoblù“ volume collettaneo a firma di Lorenzo Allegretti, Tommaso Cantalini, Antonio Di Muzio, Carlo Fontanelli, ha suscitato vasta attenzione e giusti apprezzamenti oltre gli ambiti sportivi localistici.
Gli Autori, riconoscenti i lavori invalsi sul calcio Aquilano altresì, rivendicano il loro sforzo, cioè, che “mai vi era stata una certosina e dettagliata ricerca di ognuna delle duemilacinquecento partite ufficiali dei rossoblù”, e, vada detto che siamo davanti ad un totale di 3220 “tabellini” inclusi gli incontri di coppe ed amichevoli, con particolare e meritevole riguardo ai “derbies” regionali.
“Aquile Rossoblù“ non appare un esclusivo repertorio statistico, in effetti, si connota per una pregevolezza di contenuti anche rispetto ad altre opere sul generale calcio abruzzese: la “banca dati” della “GeoEdizioni”, una “invenzione” editoriale di Fontanelli, fra le massime del genere in Italia per detenzione di un vastissimo repertorio di testate nazionali d’epoca, del resto, ha permesso di disvelare profili di migliaia e passa di dirigenti, tecnici, atleti rossoblù.
Sia consentito di soffermarci, sui brani del Libro inerenti alle origini del calcio aquilano, la questione, intrecciabile a quella abruzzese che, proprio, festeggia il secolo dal suo “ufficiale” e “proto” campionato regionale, sebbene, gli Autori, tengano a scrivere e lo hanno ribadito nelle loro presentazioni alla stampa, pubbliche ecc., (dove sono stati premiati “ex” rossoblù o i loro familiari ed i massimi studiosi del fenomeno calcistico aquilano), che tale angolazione, non fosse il loro “focus”.
Ad ogni modo, nell’opera, eppure, si ventila come “prima squadra aquilana iscritta” ad un torneo federale, il F.C. Aquila (forse, una superfetazione dell’Aquila Foot-ball Club del 1915, disputante la prima partita all’Aquila, non apparendo, ancora, i documenti di un “football” realmente concretizzatosi sotto le insegne della Sociatà Sportiva Aquila nel 1910), che perse 1-5 dai sulmonesi nella rassegna calcistica della “Settimana Abruzzese” a Castellammare Adriatico a fine agosto 1923; questa, a nostro modesto avviso, una ipotesi da vagliare, ma, solo in presenza di carte di riconoscimento ufficiali della Federazione Gioco Calcio Italiana, restando, finora, solo il “Gruppo Universtario Fascista Aquilano, l’ antesignano “undici” cittadino partecipante ad un torneo federale per la Terza Serie 1930-31.
In argomento, inoltre, sarebbe da sapere, ai fini del mero progredimento di conoscenza “scientifica” e di auspicabile accettazione dei “veri” albori del calcio aquilano, a quali “rivelazioni e fonti inedite”, ci si riferisce da parte di un “municipale” intervento autorevole sul Libro (cfr., pag. 3), a fronte del fatto, che, gli Autori, opportunamente e saggiamente, non esibiscono nel loro testo delle documentazioni diverse da quelle apparese nei lavori ed articoli precedenti, inequivocabilmente, attestandosi, anche qui, della nascita dell’”A.S. L’Aquila” l’8 ottobre 1931, la di cui presidenza fu dell’onorevole e podestà Adelchi Serena (cfr., pag.26, non già del dottor Giulio Natali, seecondo una “vulgata” superficiale).
In 432 pagine di racconto calcistico, figurano anche curiosità e notizie sullo storico stadio “XXVIII Ottobre, poi, ” Stadio Comunale”, quindi, “Tommaso Fattori” (prima, naturalmente del “ Gran Sasso d’Italia-Italo Acconcia” ), sui disegni di gagliardetti societari, maglie indossate attraverso i decenni dagli oltre mille giocatori, che hanno tentato nel tempo di far tornare nel calcio che conta il capoluogo di regione.




