UN ORDITO RICCO DI RICHIAMI ANTROPOLOGICI, STORICI E SOCIOLOGICI
“Intrecci di memoria” cattura il lettore e rimanda agli affascinanti Annales di Tacito
di Gabriella Izzi Benedetti *
18 novembre 2025
FIRENZE -Il testo Intrecci di memoria (One Group 2025), ultima opera di Goffredo Palmerini, è oramai parte di un appuntamento annuale; questa 16^ pubblicazione, dedicata all’insigne matematico aquilano Serafino Patrizio, in un excursus da giugno 2023 a giugno ‘24, ci regala una narrazione che definire cronaca è riduttivo, poiché la miriade di eventi e personaggi appartiene a un ordito che si dipana con analisi e richiami antropologici, storici, sociologici, in un ritmo serrato che, pagina dopo pagina, cattura l’attenzione, appassionando il lettore. Antenati illustri di questo metodo storiografico sono gli affascinanti Annales che rimandano a Tacito, il più celebre e pregevole, ma non il solo e non il primo, ricordiamo tra gli altri, Catone l’uticense, Quinto Ennio e ancor prima Fabio Pittore, Gneo Gellio.
Grazie a questo metodo possediamo una dovizia straordinaria di situazioni, dettagli, volti, inseriti in un’ottica storica specifica, ed è quello che propone Goffredo Palmerini con una concatenazione di fatti e figure, affondi storico-etnografici di cui sono protagonisti personaggi che, con più o meno incisività, esprimono il quadro culturale, produttivo, e spesso il legame fra memoria, inscindibilità d’appartenenza. Poiché non necessariamente essi sono parte dell’Italia racchiusa nei propri confini; Goffredo spazia nella italianità d’Oltre oceano che ci stupisce per la dovizia di eccellenze; la ramificazione della italianità sparsa nel mondo mostra una vitalità che dovrebbe renderci orgogliosi.
Dico dovrebbe, poiché l’autore nota tristemente come in Italia persista una sorta di pregiudizio e tentazione di superiorità verso quegli italiani che governi poco illuminati e/o vicende postbelliche hanno costretto a emigrare. E invece, nonostante discriminazioni, umiliazioni, difficoltà di varia natura, hanno saputo dimostrare di che tempra fossero (fossimo) fatti e ora i figli e nipoti occupano posti di prestigio in settori i più disparati, che sia la politica, la cultura, la produttività e imprenditorialità.
Il loro sacrificio ha “permesso all’Italia di crescere e progredire anche con le loro rimesse, hanno dimostrato in ogni angolo del mondo le qualità e le doti della gente italiana”. Presenze e contesti appartenenti a quei milioni di italiani, spesso più attenti a custodire tradizioni che da noi vanno a perdersi. Prolungamento della nostra identità, assolutamente inserito nel nuovo ambito e pur sempre mai dimentico della terra d’origine.
Sono nomi per noi a volte noti come Dan Fante, più spesso poco noti: Josephine Buscaglia Maietta di famiglia siciliana, universitaria, giornalista. Di lei un bellissimo ricordo di Mario Fratti che, trasferitosi dall’Aquila a New York, è divenuto tra i drammaturghi più apprezzati; amico dell’autore che di anno in anno era suo ospite e assisteva al suo indiscusso successo. Dalle molte pagine emerge l’affetto, la stima, il dolore per la perdita.
Così il prof. Joseph D’Andrea, molisano d’origine, è stato tra i personaggi ragguardevoli di Pittsburgh, docente e Console. Così come il diplomatico Omero Sabatini, d’0rigine aquilana, che negli Stati Uniti ha svelato agli americani I promessi sposi di Manzoni. L’attività del Palmerini nel tenere collegamenti e riannodare fili è instancabile e pregevolissima. Le varie comunità sparse nel mondo, grazie a personaggi com’è stato Nicola Ranalli in Tasmania, per fare un nome, interagiscono e molto del risultato si deve ad un laborioso ambasciatore qual è Goffredo Palmerini.
Ma il libro racconta molto altro, ci porta nelle nostre città e nel loro fervore creativo; ad esempio nella realtà della Perdonanza, la meravigliosa istituzione che Celestino V creò nel 1294. E che Papa Francesco ha presenziato nel 2022.
Palmerini esulta per il riconoscimento ottenuto dall’UNESCO quale Patrimonio immateriale dell’umanità. “Sarebbe auspicabile” nota “che il messaggio spirituale celestiniano, attualizzato al tempo che viviamo e ai suoi terribili drammi, invitasse a riflettere e a leggere “i segni dei tempi” indirizzando l’espressione artistica e culturale sui temi della Pace, della riconciliazione fra i popoli, sul dialogo fra le culture, sulla fraternità fra le genti, la custodia del Creato, raccogliendo lo spirito profondo dell’enciclica “Laudato si” di Papa Francesco.”
Il libro ha un sottile fascino con un che di arcaico e familiare che trasmette, pur nella struttura cronachistica, un’affettuosità, una fratellanza diffusa e profonda; sembra che l’autore voglia abbracciare il mondo. È straordinario come quasi tutte le notizie, i premi elencati, i partecipanti, le città, formino un unicum, come racchiusi entro uno scrigno di calore umano e di forza propulsiva.
Se parla di Nola, e di un suo premio, dipinge la città con tocchi leggeri e rapidi; se parla di persone, vengono proposte con un senso di apprezzamento e simpatia, come per Regina Resta, fondatrice dell’associazione culturale Verbumlandiart e della rivista Verbum Press, focolaio di iniziative, convegni, premi letterari.
Il mondo canadese è a lui particolarmente caro ed è tra le realtà che ha meglio apprezzato i nostri connazionali, basti pensare alla gratitudine che Justin Trudeau esprime verso la nostra comunità che ha contribuito alla crescita qualitativa della collettività; è evidente l’empatia creatosi con il Canada e altre terre depositarie della nostra identità.
In questo mare di notizie, di tanto in tanto Goffredo ci regala descrizioni quasi liriche che danno il metro di una personalità il cui impegno letterario, che a un occhio disattento può apparire mero inventario celebrativo, sa inculcare sentimenti di solidarietà, dignità, propositi di compartecipazione; il culto dell’amore, della memoria; il senso dell’etica. L’orgoglio di nazione che trasmette, niente ha a che vedere con un nazionalismo chiuso ed escludente, piuttosto con quello dell’apertura e di un rapporto corale, intercomunitario.
Goffredo respira il mondo e lo racchiude nel suo intimo, per offrircelo come momento importante di riflessione. Rimanendo sempre entro un linguaggio di formulazioni essenziali egli ha il potere di restituirci la dimensione dell’orgoglio nazionale, di coinvolgerci nella sua etica del fare, del cooperare, nell’ esigenza di approfondire la storia dell’emigrazione, la diaspora italiana nel mondo. Goffredo ci conduce alla riflessione sull’ingiustizia sociale e auspica il riscatto soprattutto attraverso la cultura.
*Presidente della Società Vastese di Storia Patria





