Nota Stampa
CLAUDIO GUIDI, grande specialista del Settecento francese, ha già pubblicato dieci volumi sul secolo dei Lumi, sempre per la casa editrice genovese Il Melangolo.
In questo terzo dei quattro tomi della monumentale biografia dedicata a Federico II di Prussia, Guidi esamina gli avvenimenti intercorsi tra la fine della Guerra dei Sette Anni nel 1763 e la prima spartizione della Polonia nel 1772. Oltre che come condottiero, Federico svetta ora in Europa anche come statista, che, tra le grandi misure sociali adottate, toglie le accise sui beni di prima necessità come il pane, ma aumenta quelle sui generi di lusso. Applica aliquote fiscali tra il 2% e il 10% sui redditi, esenta i salari degli operai, ma fa pagare le tasse a tutti gli altri fino all’ultimo centesimo, ciò che rende sconosciuto in Prussia il deficit statale.
Quando Federico muore, lascia un attivo di bilancio di 51 milioni di talleri, una cifra colossale. Decreta l’istruzione obbligatoria dai 5 ai 14 anni, crea scuole in ogni villaggio e concede una paghetta a chi le frequenta. “Fino a quando ogni bambino non avrà imparato a leggere, gli saranno dati 6 centesimi a settimana, ma 9 quando saprà farlo e un soldo quando saprà scrivere e far di conto”. Le scuole sono aperte tutti i giorni dell’anno, “dalle 8 alle 11 e dalle 13 alle 16, d’estate solo il mattino, ma la domenica con un’ora di lezione per ripassare quanto imparato”. In fatto di giustizia, a tremare più di tutti sono i magistrati, con i giudici che emettono una sentenza ingiusta spediti in galera. Arriva invece a legittimare il furto, “se chi ruba muore di fame”.