Momenti di stupore e grandi emozioni per la figlia del grande scrittore italoamericano
di Goffredo Palmerini
3 settembre 2025
L’AQUILA – L’Aquila e la Perdonanza hanno affascinato Victoria Fante Cohen, figlia del grande scrittore italoamericano John Fante con origini abruzzesi. Da Torricella Peligna, infatti, Nicola Fante, padre dello scrittore, era emigrato negli Stati Uniti per andare a lavorare in Colorado. Proprio a Torricella Peligna da venti anni si tiene il John Fante Festival, ideato e diretto sin dalla fondazione da Giovanna Di Lello, che ne è anima e vestale. Quest’anno la XX edizione del festival, dal 21 al 24 agosto, è stato un successo straordinario, di pubblico e di critica, con presenze prestigiose di scrittori e artisti, ed ha registrato la partecipazione di Victoria e Jim, terza e quarto dei figli di John Fante, essendo scomparsi Nick e Dan.
Victoria aveva espresso il desiderio di visitare L’Aquila e Giovanna Di Lello me ne aveva parlato per tempo. Avevamo concordato le date del 27 e 28 agosto, per assecondare la volontà di Victoria di conoscere la Perdonanza e di assistere al Corteo, alla Messa e al suggestivo rito di apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Se il pomeriggio del 27 agosto è stato per l’illustre ospite occasione di conoscere alcune delle meraviglie della città capoluogo d’Abruzzo – dal Castello cinquecentesco alla Basilica di San Bernardino, dai palazzi del centro storico con i loro cortili stupendi allo splendore delle quattrocentesche Cancelle, dalle architetture neobarocche della Chiesa di Santa Maria del Suffragio alle suggestive piazze animate di musica con gli eventi di “L’Aquila suona”, la giornata del 28 agosto è stato davvero un tripudio di stupore e di emozioni.
Victoria Fante è rimasta incantata dalla Perdonanza, scoprendo da vicino – alloggio in Palazzo Pica Alfieri, accanto al Palazzo municipale da dove muove il Corteo della Bolla – l’animata e festosa preparazione dei gruppi storici partecipanti alla sfilata. Poi, mentre le spiegavo per sintesi cosa sarebbe successo man mano, raggiungevamo la postazione che il Comune ci aveva riservato davanti la Basilica di Collemaggio. E mentre percorrevamo il viale di Collemaggio, la splendida facciata della basilica è stata per lei una rivelazione di stupefacente bellezza. Victoria, e la famiglia Di Lello, hanno potuto ammirare la magnificente tessitura del Corteo, sia nella parte delle presenze istituzionali e civili che precedeva, sia la caleidoscopica parte in costumi storici, specie dei gruppi aquilani che la sapiente cura della compianta Giovanna Di Matteo ha rigorosamente riportato alle fogge medievali, rilevate da antichi affreschi e dipinti d’epoca.
In coda al Corteo, l’arrivo alla basilica del sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi e la lettura della Bolla Inter Sanctorum Solemnia con la quale Celestino V statuì di concedere la Perdonanza, ossia l’indulgenza plenaria dei peccati commessi sin dal battesimo a tutti coloro che, sinceramente pentiti e confessati, avessero varcato la soglia della Basilica di Collemaggio dai Vespri del 28 agosto fino a quelli del 29. Con Victoria e Giovanna Di Lello siamo quindi entrati in Basilica per assistere alla Messa stazionale, presieduta dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato della Santa Sede. Victoria ha avvertito un moto di commozione per la bellezza del tempio e nel vederlo colmo di persone in raccoglimento. L’hanno colpita i canti del Coro diocesano che hanno animato la Messa, la mitezza del Cardinale Parolin e l’intensità della celebrazione eucaristica. Infine, il lungo processionale di diaconi, sacerdoti, numerosi vescovi e arcivescovi, il Card. Parolin con accanto il Card. Giuseppe Petrocchi, arcivescovo emerito dell’Aquila, e l’arcivescovo metropolita Mons. D’Angelo, approssimarsi alla Porta Santa. Con loro il sindaco dell’Aquila, che ha steso al Card. Parolin il bastone d’ulivo del Getsemani con il quale sono stati battuti i tre colpi per l’apertura della Porta Santa. Ha avuto così avvio la Perdonanza n. 731 da quel 29 agosto 1294 quando Celestino V fu incoronato papa davanti la Basilica, presenti 200mila fedeli e pellegrini, come riportano alcune cronache.
Tutto il rito abbiamo seguìto con Victoria attraverso i maxischermi posti davanti la Basilica, così da non perdere alcun dettaglio della cerimonia, diffusa in diretta televisiva. La Perdonanza ha colpita nel profondo Victoria Fante, nel suo aspetto più personale ed intimo, nell’essenza spirituale insita nel messaggio universale di perdono, di riconciliazione e di pace che Celestino V dona ancor oggi all’umanità intera, quale segno dell’immensa misericordia di Dio. Victoria ha continuato a ringraziare per tutta la serata, per aver potuto vivere questa straordinaria esperienza. La Perdonanza le resterà nel cuore, per sempre. Ha poi aggiunto che l’anno prossimo tornerà a L’Aquila, per conoscere meglio la città e per vivere nuovamente il giubileo aquilano. Le ho chiesto come avesse avuto notizia della Perdonanza e di Celestino. L’immaginavo, aveva avuto qualche riferimento da suo fratello Dan, quando venne la prima volta a L’Aquila nel 2007, come dirò più avanti. Intanto, rientrata a Los Angeles, Victoria ha inviato ieri per email il messaggio che segue.
Caro Goffredo,
grazie per il tempo che hai trascorso con noi a L’Aquila e per averci concesso il tuo accesso privilegiato a eventi che abbiamo apprezzato moltissimo. Mentre mi riprendo dal lungo viaggio di ritorno, i miei pensieri sul tempo trascorso insieme sono pieni di occasioni straordinarie che hai permesso a me, Giovanna, Teresa e Leonardo di vivere.
La meravigliosa città dell’Aquila, gli eccezionali eventi storici e religiosi cui abbiamo assistito e partecipato sono ricordi che custodirò per sempre.
Il tuo generoso tempo nell’ospitarci durante la nostra visita ha creato un’amicizia tra noi che non vedo l’ora di continuare negli anni a venire. Sappi che sono profondamente grata e onorata della tua gentilezza. Non vedo l’ora di incontrarti di nuovo l’anno prossimo a Torricella Peligna per il John Fante Festival.
Con i miei più cordiali saluti personali a te e alla tua meravigliosa famiglia.
Victoria Fante Cohen
Dan Fante – secondo figlio di John Fante e anch’egli scrittore, deceduto nel 2015 – l’avevo conosciuto a Los Angeles nel gennaio 2005 ed eravamo diventati amici. Fu in occasione d’un evento culturale tenutosi presso la Ucla, famosa università della metropoli californiana: una conversazione tra lo scenografo Dante Ferretti, ildirettore del dipartimento Cinema e Teatro di quell’ateneo, Robert Rosen, e il direttore generale dell’Accademia dell’Immagine dell’Aquila Gabriele Lucci, autore d’un prezioso volume sullo scenografo, edito da Electa/Accademia dell’Immagine. Una delegazione della Municipalità, dell’Accademia dell’Immagine e dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila ebbe in quei giorni a Los Angeles una serie di incontri istituzionali e di iniziative culturali culminate alla Ucla.
Avevo contattato Dan Fante attraverso Giulio Inglese, presidente dell’Associazione Abruzzese e Molisana di California, che l’aveva rintracciato a Santa Monica, tramite l’Unione degli Scrittori, e gli aveva consegnato il messaggio invito. Dan venne alla Ucla. Fu assai contento d’incontrarci e si sentì onorato di ricevere il sigillo del “Primo Magistrato”, simbolo dell’antica municipalità aquilana, che il sindaco dell’Aquila Biagio Tempesta gli consegnò quale omaggio della città capoluogo d’Abruzzo. Fu un incontro molto cordiale, amichevole, denso di emozioni mentre ricordava la storia di famiglia, il nonno Nicola emigrato da Torricella Peligna a Denver, in Colorado, dove nel 1909 nacque John Fante, scrittore ormai nell’olimpo della letteratura americana.
Dan Fante promise che sarebbe venuto a salutarci a L’Aquila, in uno dei suoi viaggi in Italia. Mantenne la promessa. Venne a farci visita nel giugno del 2007, curioso di conoscere l’Accademia dell’Immagine e l’Istituto Cinematografico, due istituzioni abbastanza note negli ambienti della settima arte ad Hollywood. Gabriele Lucci, fondatore e anima delle due istituzioni, guidò l’ospite nella visita al Palazzo dell’Immagine, illustrandogli le missioni della scuola d’alta formazione e le attività culturali dell’Istituto, dei suoi preziosi archivi cinematografici. Dan ne fu molto interessato. Concluso l’incontro, avendo poco tempo disponibile per una visita in centro, lo accompagnai alla Basilica di Collemaggio, parlandogli della fondazione della città e della sua singolare storia, della Perdonanza e di papa Celestino V. Dan provò una grande emozione entrando nella basilica, al tramonto, quando il rosone centrale della facciata disegna arabeschi di luce sul magnifico pavimento in pietra bianca e rosa.
Dan restò incantato dall’arditezza delle arcate gotiche, dall’altera sobrietà del tempio, dalla raffinatezza del mausoleo di Girolamo da Vicenza dove riposano le spoglie di San Pietro Celestino. Egli vi si raccolse, in silenzio, in una meditazione intensa che mai avrei immaginato. Lo stupì la storia di quell’umile monaco, diventato papa per cinque mesi fino alle sue dimissioni il 13 dicembre 1294, la sua statura spirituale, il suo messaggio di perdono e di pace donato all’umanità con la Bolla che istitutiva il primo Giubileo della cristianità, la “Perdonanza celestiniana”. Poi, lasciata Collemaggio e infilata via Fortebraccio, a piazza Bariscianello Dan fece una breve sosta, colto ancora da suggestione nell’ammirare l’ampia scalinata e l’imponenza della facciata rinascimentale della Basilica di San Bernardino, mentre candida risplendeva sotto i raggi del sole calante dietro l’orizzonte. L’emozione gli tolse il respiro. L’Aquila gli era entrata nel cuore.