LA VIOLENZA, ECCO IL PROBLEMA DELL’AMERICA. Poliziotti, cittadini neri e bianchi vittime della stessa causa.

26 Ottobre 2016
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Abstract dell’articolo di Alessandro Mele

tratto dalla Rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato.

images (2)Alto tasso di omicidi, presenza massiccia di armi, regole di ingaggio semplificate, scarsa prevenzione insieme a scarso addestramento e tanta demagogia, soprattutto quando si parla di razzismo. Sono queste le cause che si celano dietro le sparatorie della Polizia e i neri colpiti dai loro proiettili.

Se è vero che il problema razziale non sia mai stato estirpato negli Stati Uniti, non si può pensare che ogni nero che viene ucciso da un poliziotto bianco (e che durante il processo sarà difeso da un giudice bianco anche lui) sia vittima del razzismo. Esistono evidenti problemi legati all’azione dei poliziotti americani; ma il razzismo non è certo la causa che fa premere il grilletto di un’arma di servizio.

LE ARMI E LE REGOLE DI INGAGGIO PER LA POLIZIA

Il possesso di armi negli Stati Uniti è garantito dalla Costituzione.

Si possono acquistare armi praticamente dappertutto: nei negozi specializzati e in alcuni centri commerciali; nelle fiere dedicate o da privati cittadini. Le restrizioni sono davvero poche e i controlli non sono mai ferrati. Vista la diffusione delle armi è facile intuire che ogni potenziale criminale americano ha un’arma. Nel 2013 quasi 50 mila poliziotti sono stati assaliti mentre erano in servizio; in molti casi sono stati feriti.

Secondo alcuni studi, anche il poliziotto più esperto, davanti ad un criminale armato che decide di sparare, può fare ben poco per fermare la sua azione. E’ chiaro che in una reale situazione di pericolo, il poliziotto americano spara per primo. Le regole di ingaggio per la polizia americana sono molto diverse da quelle usate nel nostro Paese.

La legge dice che i poliziotti possono far fuoco per “proteggere la loro vita e quella di un altro innocente” o per “prevenire la fuga di un sospettato”, solo se la sua fuga mette in pericolo la vita di altri. Quindi è possibile sparare quando esistono minacce “oggettivamente ragionevoli”. Chiaramente, la percezione della minaccia è sempre soggettiva. Facciamo un esempio: un poliziotto intima ad un uomo armato di gettare l’arma; dopo il secondo richiamo l’uomo alza l’arma, probabilmente per rivolgerla contro il poliziotto. Davanti ad una minaccia credibile, poliziotto spara per primo. E visto che le sparatorie avvengono in tempi molto rapidi, è difficile per un giudice stabilire se la minaccia era reale o solo credibile.

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