WASHINGTON D. C. – Scultura italiana alla National Gallery. Serata di Cultura italiana con Torquato Tasso

27 Gennaio 2015
By
                                                                            di Goffredo Palmerini
 WASHINGTON –  Affacciano sulla Constitution Avenue, a Washington, i due edifici della National Gallery of Art. Il più antico, inaugurato nel 1941, fu progettato dall’architetto 
americano John Russell Pope. Conosciuto come il Palazzo federale, ha ingressi su ognuno dei quattro i lati, mentre la facciata principale è stata modellata con una rotonda a colonne,
 a guisa del Pantheon. Ha l’aspetto d’un grande complesso neoclassico, imponente, elegante nel suo rivestimento in marmo rosa del Tennessee.
Il progettista ha dato molta importanza alla luce naturale, per illuminare e unire gli spazi espositivi, con lucernari estesi sull’intera copertura del fabbricato.
La struttura è in calcestruzzo, con anima d’acciaio, ricoperta da calcare lucido proveniente da Indiana ed Alabama. Il Palazzo fu fatto costruire da Andrew William Mellon (Pittsburgh,
1855 – Southampton 1937), finanziere e collezionista d’arte, giunto da Pittsburgh nel 1921 nella capitale federale americana per assumere la carica di Segretario del Tesoro,
quando nei suoi anni di servizio pubblico maturò la convinzione che gli Stati Uniti avrebbero dovuto avere un Museo d’arte nazionale al pari delle altre grandi nazioni.

E così Andrew Mellon, uno dei massimi esponenti del capitalismo americano, grande banchiere, politico repubblicano già ambasciatore in Gran Bretagna,
 nel 1936 scrisse al presidente Franklin Delano Roosevelt per comunicargli l’intenzione di voler donare la sua straordinaria collezione d’arte per istituire,
in quel Palazzo, la National Gallery of Art, dove avrebbero potuto essere ospitate altre donazioni di mecenati. Cosa che puntualmente avvenne, in particolar modo
con le collezioni conferite da Samuel H. Kress, Peter Arrell, Chester Dale, Brown Widener e Lessing Rosenwald, cui si sono aggiunti nel tempo anche altri donatori.
Negli anni Settanta del secolo scorso si dette poi avvio alla costruzione d’un secondo Palazzo, progettato dall’architetto cinese Ieoh Ming Pei con una pianta poligonale a trapezio, dalle ardite forme architettoniche, che lo fanno assomigliare ad un’enorme scultura moderna. Inaugurato nel 1978 con la denominazione di East Wing, ospita opere d’arte del Novecento con le espressioni più avanzate delle arti figurative.

I due Palazzi sono collegati da un efficiente camminamento sotterraneo a tapis roulant. Andrew Mellon non consentì che al Museo si desse il suo nome,
volendo così affermare che la Galleria Nazionale d’Arte è patrimonio del popolo americano, cui ciascuno può contribuire con donazioni di opere secondo la propria disponibilità.
Il Museo conta attualmente oltre un centinaio di gallerie espositive con le più significative opere d’arte, dal Rinascimento - la National Gallery espone il ritratto di Ginevra de’ Benci,
l’unica opera di Leonardo in tutto il Nord America - fino ai giorni nostri. Il cospicuo patrimonio di collezioni comprende grandi capolavori europei e americani,
che di anno in anno cresce con ulteriori donazioni private e con gli acquisti direttamente operati dalla Galleria Nazionale.
 
Tanto premesso, il suggestivo contesto della National Gallery of Art di Washington è stata teatro, il 25 gennaio scorso, di uno straordinario evento letterario, 
artistico e musicale intorno al combattimento di Tancredi e Clorinda, uno degli episodi più drammatici della Gerusalemme liberata di Torquato Tasso. Laura Benedetti
direttore del Dipartimento italiano della Georgetown University, ha presentato il brano epico sottolineando la rilevanza e modernità della poesia tassiana.
Il tragico errore di Tancredi, che non riconosce l’amata Clorinda e ne causa la morte, ha avuto ampia risonanza attraverso i secoli, non solo per via della raffinata tecnica
 poetica e narrativa di Torquato Tasso, ma anche per il tema universale al quale rimanda, quello delle nefaste conseguenze del mancato riconoscimento dell’Altro. 
Peter Lukehart (National Gallery of Art, Center for Advanced Study in the Visual Arts) si è invece soffermato sulla suggestione esercitata dalla poesia tassiana su incisori, 
stampatori, ed artisti, da Bernardo Castello a Giovanni Biliverti. Infine, la National Gallery of Art Vocal Ensemble e la National Gallery of Art Chamber Players, con il soprano 
e direttore artistico Rosa Lamoreaux, ha eseguito una memorabile versione del Combattimento di Tancredi e Clorinda di Claudio Monteverdi. Nato da un’idea di Laura Benedetti 
e Alberto Manai, già direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, il programma è il risultato d’una bella collaborazione tra la National Gallery of Art e l’Istituto Italiano di
 Cultura di Washington. L’evento, seguito da un pubblico numeroso e attento - oltre 400 persone -, ha ottenuto un ampio gradimento anche grazie ad una presentazione 
con diverse espressioni e con sinestesie di forte interesse. 

Tags: ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dieci anni

Archivio