Laudate Deum, papa francesco e l’ambiente

12 Ottobre 2023
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Francesca Bocchi

Lo scorso 4 ottobre, in occasione delle celebrazioni per S. Francesco Patrono d’Italia, dal Vaticano è stata pubblicata l’esortazione a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica “Laudate Deum”.

L’esortazione di Papa Francesco è stata édita a 4 anni di distanza dall’Enciclica “Laudato si’” ed ha come tema principale, di nuovo e più di allora, la questione della tutela dell’ambiente.

Negli anni ‘80 dello scorso secolo si posero alcuni punti essenziali su questo tema, in particolare, secondo la definizione inserita nel Rapporto “Our Common Future” (1987) dalla Commissione Bruntland per l’ambiente e lo sviluppo, “per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.

Insomma, il Pianeta ci è stato consegnato per usarne ma senza rovinarlo e trasmetterlo  ai nostri posteri nelle medesime (o quasi) condizioni in cui l’abbiamo ricevuto.

Quindi, abbiamo di fronte un problema ambientale-ecologico, di gestione di risorse che però implica problematiche sociali globali che investono la dignità delle persone.

Gli stessi vescovi – dagli Stati Uniti all’Africa – hanno evidenziato l’urgenza di intervenire in quanto, lungi dall’essere un problema solo ecologico, la questione danneggia i popoli, soprattutto i più poveri e deboli.

D’altronde, il fenomeno migratorio cui assistiamo inermi è una delle conseguenze. Le migrazioni dipendono da numerosi fattori, innanzitutto da guerre e sommovimenti politici, ma la carestia e la fame costituiscono uno degli elementi deflagranti, la spinta primaria a spostarsi, come per i nostri antenati predecessori che nascevano nomadi, cercatori e cacciatori, costretti al nomadismo in cerca dei pascoli migliori e radure ricche di selvaggina.

Dice Francesco: “Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti. Nessuno può ignorare che negli ultimi anni abbiamo assistito a fenomeni estremi, frequenti periodi di caldo anomalo, siccità e altri lamenti della terra che sono solo alcune espressioni tangibili di una malattia silenziosa che colpisce tutti noi. È vero che non tutte le catastrofi possono essere attribuite al cambiamento climatico globale. Tuttavia, è verificabile che alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi. […] Negli ultimi anni non sono mancate le persone che hanno cercato di minimizzare questa osservazione”.

Ormai, però, non si può più tacere l’origine antropica del cambiamento in atto e già avvenuto: l’uomo è stato e continua ad essere l’artefice di quanto avviene.

Il concetto di sviluppo sostenibile sopra citato è un binomio essenziale: non si può negare né bloccare lo sviluppo umano, il difficile sta nel coniugare in modo corretto il progresso con la sostenibilità, lo sfruttamento razionale delle risorse con l’esigenza di lasciarne anche alle generazioni che ci seguiranno.

Il Papa, in proposito, rileva: “La coincidenza di questi fenomeni climatici globali con la crescita accelerata delle emissioni di gas serra, soprattutto a partire dalla metà del XX secolo, non può essere nascosta”. In sostanza, produciamo ed inquiniamo senza pensare alle conseguenze, nonostante gli evidenti segnali che la Terra ci manda.

Purtroppo, alcuni dei danni prodotti sono già irreversibili e produrranno conseguenze negative per centinaia di anni: si pensi alla temperatura globale degli oceani, all’acidificazione, alla riduzione dell’ossigeno.

Dice però Francesco che: “Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici”.

Nella “Laudato si’”, il Papa aveva già dato una spiegazione di quello che è stato definito il paradigma tecnocratico alla base del processo di degrado ambientale, cioè un modo di comprendere la vita e l’azione umana deviata, che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla, come se realtà, bene e verità fossero autonome rispetto alla tecnologia ed all’economia.

Tale concetto implica che si passi all’idea di una crescita infinita o illimitata con l’ulteriore conseguenza di considerare il Creato, le risorse (non illimitate) naturali come “schiavi” e “vittime” non come doni da valorizzare ed apprezzare.

D’altronde, il progresso dell’umanità non dipende da ogni aumento di potere: la bomba atomica – per fare un esempio estremo – costituisce senz’altro un “progresso” dell’uomo ma con effetti terrificanti.

L’essere umano non è un fattore esterno alla Natura, ne è invece parte sostanziale: un ambiente sano è dovuto alla sana interazione dell’uomo con l’ambiente di cui appunto fa parte.

Ammonisce il Santo Padre: “Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi”.

Parla quindi di “pungiglione etico” cioè la necessità che la logica del massimo profitto venga temperata ed accompagnata da una giusta tensione etica ed uguaglianza di opportunità, rispetto per i popoli ed il futuro di ognuno di noi.

Rileva anche la necessità che i cittadini controllino a tutti i livelli il potere generando un multilateralismo dal basso, non deciso da alcune ristrette élite.

Da decenni, i rappresentanti di oltre 190 Paesi si riuniscono periodicamente per affrontare la questione climatica.

Nel 1992 La Conferenza di Rio de Janeiro ha portato all’adozione della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC).

Da allora, gli Stati presenti in quella sede si riuniscono ogni anno nella Conferenza delle Parti (COP).

Di tali Conferenze, alcune sono state un fallimento (es. Copenaghen 2009), altre invece hanno consentito passi importanti, come la COP3 di Kyoto (1997) in cui si è sottoscritto il Protocollo che ha fissato come obiettivo la riduzione delle emissioni complessive di gas serra del 5% rispetto al 1990.

La scadenza era il 2012, ma non è stata rispettata.

In seguito sono stati proposti altri meccanismi finalizzati a ridurre perdite e danni causati dai cambiamenti climatici, riconoscendo che i Paesi più ricchi ne sono i principali responsabili e dando atto che essi dovrebbero compensare gli effetti devastanti che tale intervento antropico ha prodotto nei Paesi più vulnerabili.

La prossima COP28 si terrà a Dubai. Come noto, gli Emirati Arabi Uniti sono grandi esportatori di energia fossile, anche se hanno investito nelle energie rinnovabili: “Se c’è un sincero interesse – scrive Papa Francesco – a far sì che la COP28 diventi storica, che ci onori e ci nobiliti come esseri umani, allora possiamo solo aspettarci delle forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, che siano vincolanti e facilmente monitorabili. Questo al fine di avviare un nuovo processo che sia drastico, intenso e possa contare sull’impegno di tutti.”

In definitiva, l’uomo non può pretendere di sostituirsi a Dio.

Siamo creature dell’Universo, fallaci e fallibili, ma, rispetto agli altri essere viventi, siamo dotati di libero arbitrio di cui dobbiamo servirci in modo eticamente corretto, per i viventi presenti e futuri.

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