IN QUESTO MONDO DI CRISI

14 Settembre 2011
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E io pago

Cinquantenni allo sbaraglio

La crisi economica che sta investendo il mondo occidentale mostra ogni giorno di più il suo vigore e fa riemergere dal passato i vecchi fantasmi del 1929, quando la Germania in particolare fu messa in ginocchio dalla peggiore inflazione di tutti i tempi per poi far germogliare i semi nefasti del Nazismo.
Ovviamente, non si trattò di meccanicistico rapporto di causa-effetto (dalla crisi economica alla dittatura), ma di sicuro le condizioni economiche favorirono in qualche modo il proliferare di tendenze estremistiche e violente con l’auspicio – forse – di trovare così uno sbocco ed una soluzione.
Oggi la situazione è diversa: i meccanismi di mercato funzionano diversamente rispetto al passato, la globalizzazione favorisce il rapido dilagare dei fenomeni e – nello stesso tempo – anche delle soluzioni, la presenza di organismi unitari di gestione della crisi (penso ad esempio alla BCE) consente di adottare misure congiunte e condivise dagli Stati.La prospettiva cambia quando approcciamo il discorso da altri punti di vista.
La generazione di mezzo, quella dei 40/50, sta risentendo molto pesantemente della realtà quotidiana, molto più degli anziani e molto più dei giovani. Siamo in definitiva la prima generazione a stare peggio rispetto ai nostri padri ed ai nostri nonni. D’altronde, gli anziani sono abituati ad avere relativamente poco: hanno fatto sacrifici in passato, hanno lavorato per la famiglia senza troppo indulgere con loro stessi. I giovani hanno – come suol dirsi – tutta la vita davanti: qualcosa cambierà finchè non saranno cresciuti e dovranno trovarsi di che vivere. Ma noi? Che vecchiaia (futuro) ci aspetta?
Le domande non sono peregrine né di poco conto. Abituati ad avere abbastanza, spesso anche il superfluo come necessario, ci troviamo nel recente quotidiano a fare dei banali conti di sopravvivenza, non solo per chi ha famiglia. Ormai avere figli è un lusso, figuriamoci sposarsi e mettere su famiglia.
Un tempo la donna si “sistemava” quando si sposava; oggi, per noi, sposarsi significa raddoppiare i sacrifici anziché lo stipendio!Non stupisca, quindi, il disorientamento, il senso di spaesamento e di precarietà che serpeggia, sempre più prepotente e spesso inconscio, fra le persone. Non stupiscano le facili profezie di sventura che spesso prendono il sopravvento o la febbre del gioco che sembra possedere alcuni. D’altronde, è nei periodi di crisi che aumenta il gettito derivante dai proventi da gioco…
Trovare soluzioni non è facile poiché la crisi ha investito più o meno pesantemente tutti, compresi i potenti USA che stanno – anche loro – facendo i conti con un generale impoverimento iniziato da lungo, con la crisi finanziaria che investì colossi quali Lehmann & Bro. E poi, guerre, terremoti, l’uragano Katia: che si stia avvicinando l’avverarsi della profezia Maya?… 

Francesca Bocchi

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