LA SPENDING REVIEW NON VALE PER I MAGISTRATI E PER I GRAND COMMIS

17 Ottobre 2012
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Finita l’era delle sentenze salva bilancio?

Nel 2010 il governo in carica, nell’intento di realizzare economie di bilancio, tra le varie iniziative pensò bene di ridurre del 5% le maxiretribuzioni  che andavano oltre i 90mila € e del  10% quelle che eccedevano i 150mila €.

La norma ricomprendeva gli alti dirigenti dello Stato ed i magistrati i quali, manco a dirlo, hanno proposto ricorso rivolgendosi  a “se stessi”.
C’è veramente da sorridere.

Ed in pieno conflitto di interessi la Corte costituzionale accoglie il ricorso significando che i diritti acquisiti non si toccano (quelli degli altri si).
Il citato provvedimento,  che riduce il trattamento economico, per il giudice delle leggi, è illegittimo.

Ma lo “spending review” non è sinonimo di “equilibrio di bilancio”? E’ noto che il linguaggio della Corte assume i più diversi significati quando è necessario raggiungere un certo obiettivo.
Infatti cosa dice la Corte? Non è una riduzione di stipendio, ma una tassa. Ergo illegittima.
Praticamente questa riduzione stipendiale viene trasformata nel linguaggio della Consulta in “imposta speciale per i soli pubblici dipendenti” che crea “un irragionevole effetto discriminatorio”.
Ma non si ricorda la Corte che quando la riduzione colpiva le vedove nelle misere  pensioni di reversibilità, proprio essa invocava “gli equilibri di bilancio?”

Non si ricorda la Corte che nella sentenza n. 446/2002 si legge: “anche una pensione legittimamente attribuita  può subire gli effetti di discipline più restrittive nel superiore interesse degli equilibri del bilancio?”. Legittima, continua la Corte,  la riduzione (addirittura) retroattiva della pensione di reversibilità.

Signori della Corte, non provate almeno un certo disagio psicologico nel difendere il vostro trattamento economico?
Solo per gli altri e non per  voi  vale il “superiore interesse degli equilibri di bilancio?”

Esulta  Magistratura Indipendente. Tanto che il Segretario  suggerisce al Governo di eliminare “ex tunc” le norme dichiarate non costituzionali e di provvedere a pagamento del “mal tolto”.  Non solo. Non soddisfatto, il Segretario va oltre, e precisa che l’indipendenza del magistrato va intesa anche da punto di vista economico.
Una pretesa che lascia perplessi  e che induce a momenti di severa riflessione.

Ma il blocco delle perequazioni ai pensionati non sono forse una tassa “a vita” e pure reversibile?

Gioisce la Casta delle Caste e noi dal basso, insieme agli esodati,  ci domandiamo in che mani siamo?

E’ forse finita l’era del Presidente emerito Cesare Ruperto, inventore delle sentenze salva bilancio per lasciare spazio all’era del Presidente Alfonso Quaranta rottamatore delle citate sentenze?

Vincenzo Ruggieri

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