4 NOVEMBRE 2011 – ALLUVIONE A GENOVA

5 Novembre 2011
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       Genova 4 novembre 2011

La globalizzazione ci sta abituando ad un’overdose di informazioni: siamo sommersi da dati, notizie, relazioni, normalmente negativi, a volte disastrosi e ferali.  E’ una sorta di “callo” morale che ormai non fa più male. Assistere alle immagini trasmesse via cavo, normalmente negli orari di pranzo e cena, è una sorta di spettacolo, magari osceno, che non fa quasi più impressione.
Eppure le immagini di Genova mi hanno profondamente colpito.
I disastri naturali, non so se più di ieri, sono una sorta di periodico refrain, in Italia e non solo. Uno ci ha riguardato direttamente e duramente: gli strascici che ci ha lasciato come crudele retaggio con il passare del tempo diventano ancora più pesanti e dolorosi. Gli Aquilani – come gli abitanti dell’Irpinia, dell’Umbria, del Friuli – sanno bene di cosa si parla.
Nell’autunno 2011 a fare notizia è l’acqua. Strano, proprio l’elemento dal quale la vita ebbe inizio milioni di anni fa. L’acqua oggi dà la morte, si riprende la vita che ci ha donato, senza discriminazioni.
Beffarda è anche la casualità del giorno: Genova ha subìto la forza della Natura il 4 novembre, giorno dedicato a S. Carlo Borromeo e festa delle Forze Armate. Le armi dell’uomo contro quelle della Natura sono spuntate per definizione, nulla possono e la Natura non perde occasione per ricordarcelo.
Il problema è che noi uomini dimentichiamo facilmente: ricostruiamo sulle faglie, sui promontori a rischio frana, violiamo paradisi naturali per svegliarci la mattina fronte Faraglioni. Questo si paga!
Oggi, quindi, altri uomini dovranno rimboccarsi le maniche e ricominciare, alcuni da zero. Alcune mamme si sveglieranno senza i propri figli, tributo umano alla violenza degli elementi; un fratellino piangerà per la sorella che l’ha riaccompagnato a casa per poi venire travolta dall’onda di piena; altri si troveranno a fare solo conti di perdite materiali, il meno in una situazione del genere.
Il senso di sopraffazione avrà la meglio, all’inizio: se il disastro naturale si somma alla situazione generale di crisi economica, a più di qualcuno verrà in mente che non vale più la pena vivere.
Mi piace pensare, invece, che è proprio in questi frangenti che bisogna reagire. Per quanto difficile, apparentemente impossibile o inutile, la vita vale la pena viverla fino in fondo. Genova – almeno i suoi quartieri distrutti – verrà ricostruita come verrà ricostruita L’Aquila. I suoi abitanti continueranno ad amare la loro “Zena” e continueranno ad amare lo splendido Golfo su cui si affaccia, placido rifugio di cetacei nel cuore del Mediterraneo.
E’ probabile che altre volte il mare entrerà in Città attraverso i suoi rivoli: mi auguro che, per il futuro, l’Uomo sia in grado di contenere l’effervescenza della Natura, nel rispetto di quest’ultima e di se stesso!

Francesca Bocchi  

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